Si
dice che quando non si ha fame si tende a mangiare sempre meno, questo
meccanismo è comune in tante fasi e momenti della nostra vita. Se non si ride
si tende ad essere sempre più seri, meno si è di buon umore e più ci si abitua
alla cupezza di carattere.
E’
indubbio che la tendenza a stati di malumore, scontentezza e insoddisfazione
diffusa possa portare a stati di aberrazione psichica che può sfociare in vere
e proprie patologie.
Stress, tristezza e malumore
riducono le difese immunitarie e possono portare alla depressione.
Esistono
quattro tipologie di “schiavi” del malumore
Il frustrato
Lo spegne il
timore di mettersi alla prova
L’espressione del volto, come la
postura del corpo, fanno pensare a uno stato di compressione. Perennemente
insoddisfatto, il frustrato è pieno di aspettative, di illusioni, di speranze,
poche di queste però si trasformano in progetti e diventano azione. Il suo malumore nasce dall’incapacità a calarsi nel
flusso della vita, per sfiducia nelle proprie capacità e il timore di mettersi alla
prova. Lamentoso e scontento cova uno stato di rabbia impotente, le energie
destinate alla vita e non spese si accumulano determinando uno stato di
malessere psicofisico e una sensazione di tensione e di smania
insopportabile.
Colpito da
cefalea e insonnia
L’impotenza a cui si condanna è
come una gabbia da cui il corpo vorrebbe fuggire: da ciò derivano spesso dolori
muscolari (artrite) e cefalee muscolo tensive. In particolare rischierà
la sindrome da stanchezza cronica, caratterizzata da spossatezza prolungata e
debilitante e da altri sintomi (cefalea, mal di gola, dolori ossei,
disturbi del sonno). Il frustrato rischia artrite, cefalee e stanchezza.
L’acido: si nasconde e svaluta ciò che gli fa paura
Sopracciglia all’insù,
espressione severa e critica, l’acido si caratterizza per un umore aspro,
perennemente intollerante e indisposto. Alla minima sollecitazione sbotta con
espressioni critiche, sarcastiche o supponenti. Dolcezza e cortesia non gli
appartengono, il suo atteggiamento nei confronti degli altri è improntato al
giudizio e alla critica ma anche alla mancanza di empatia. Il suo malumore nasce da un atteggiamento di difesa:
in fondo tenta di distruggere e di svalutare tutto ciò che gli fa paura, in
particolare il confronto con gli altri e tutto ciò che lo mette in gioco. Il malumore tiene lontane tutte le occasioni di
crescita e di cambiamento.
Lo stomaco
paga un prezzo alto
Chi guarda la vita “con occhio
acido” rischia di essere travolto dalla sua stessa acidità. Aumenta il rischio
di soffrire di colite e gastrite in particolare nella forma corrosiva. Gli
“acidi” sono spesso soggetti ad allergie, patologie appunto caratterizzate da
reazioni eccessive nei confronti di sostanze abitualmente innocue (ad esempio
il polline). L’acido rischia colite, gastrite e allergie.
Il rabbioso:
si sente una vittima e si sfoga con ira
Fronte aggottata, labbra
atteggiate a un broncio perenne, sguardo severo, il rabbioso cova un rancore
sordo nei confronti di tutto e tutti. Il suo atteggiamento aggressivo lo pone
sempre sulla difensiva, pronto a lottare, a rivendicare torti e ingiustizie. Il
suo malumore nasce da una visione idealizzata e
moralistica della realtà dove gli errori diventano colpe e tutto viene fatto
intenzionalmente. Da qui la tendenza a percepirsi come vittima e a cercare
sempre all’esterno la causa del suo malessere.
In pericolo il suo cuore
Un fuoco perenne abita i
rabbiosi, il fuoco dell’indignazione. Saranno perciò soggetti ad infiammazioni
di vario tipo, rischieranno di contrarre l’ulcera e, se il fuoco arriva ad
esplodere, possono andare incontro a gravi anomalie del sistema cardiocircolatorio,
dall’ipertensione all’infarto. Il rabbioso rischi ulcera, ipertensione e
infarto.
L’amareggiato:
lo accompagna una rassegnazione dolorosa
La bocca è atteggiata a una piega
amara, gli occhi e il resto del viso mostrano un’espressione dimessa,
malinconica. L’amareggiato soffre di delusione, la sua non è una rabbia viva ma
un dolore sordo, una rassegnazione dolorosa di chi non accetta la realtà ma
rinuncia a modificarla. Lo scarto tra le sue fantasie e la realtà è molto forte
e gli impedisce di apprezzare le gioie che la vita gli offre perché non sono
quelle che lui vorrebbe. Da qui una visione pessimistica della vita che lo
rende nostalgico e passivo, vittima dell’infelicità cui si condanna e in cui,
in fondo, si crogiola.
Pessimista e
psiche in crisi
L’amareggiato vuole trovare
conferme alla sua pessimistica visione del mondo e svilisce tutto ciò che
potrebbe metterla in discussione. Rischia di contrarre patologie autoimmuni (il
sistema immunitario attacca cellule sane dell’organismo). Apre le porte alla depressione.
Si tratta di individui spesso malaticci e perennemente raffreddati.
L’amareggiato rischi malattie autoimmuni, depressione e raffreddore.
Ci sono molti rimedi non invasivi per convertire e neutralizzare
questo malessere interiore. Si può ricorrere alla Fitoterapia, alla
Cristalloterapia o alla Cromoterapia, tutte valide e sufficienti per risolvere il
problema senza disturbare il medico. Ma se chi è afflitto da questo male invisibile
non ha conoscenze in merito o se non crede in queste valide discipline?
Basta iniziare a ridere dei propri mali.
Il
potere della risata nella Mitologia Greca.
Si
narra che Demetra, in seguito alla perdita dell’unica figlia
Persefone rapita e sposata da Ades, fosse piombata in uno stato di profonda
disperazione tanto che la terra rischiava la sterilità. Baubo, un’ancella,
resasi conto della terribile minaccia architetta un modo per far ridere
Demetra escogitando un buffo travestimento. Demetra non appena la vide scoppiò
in una travolgente risata. Da questo episodio ritornò a regnare la fertilità.
Da
questo mito possiamo dedurre come già nell’antica Grecia il potere
curativo della risata fosse conosciuto.
Il
padre della gelotologia (dal greco scienza della risata) è considerato
Norman Cousins, giornalista scrittore e pacifista statunitense. Nel 1964 gli fu
diagnosticata una grave malattia, la spondilite anchilosante, che colpisce
le articolazioni e porta progressivamente alla paralisi. Per i medici che lo seguivano,
il suo stato era incurabile e lo avrebbe sottoposto ad una terribile
sofferenza. Norman non si perse d’animo. Intuendo lo stretto legame
tra le emozioni e lo stato di salute fisica decise di procurarsi dei libri
sull’umorismo e di vedere film comici dei fratelli Marx, prescrivendosi così
una terapia giornaliera della risata. Si rese da subito conto che con 10 minuti
di risate riusciva a dormire 2 ore di seguito senza bisogno di analgesici
perchè non sentiva il dolore.
La terapia della risata comportò inizialmente
la diminuzione di sensazioni di ansia e tristezza legate alla malattia fino ad
una regressione spontanea dalla malattia. Norman racconta la sua esperienza nel
libro “La biologia della speranza”.
La
disciplina dedicata allo studio sistematico del ridere si basa sulla concezione
che le emozioni influenzano il sistema immunitario attraverso canali
neuroendocrini. Il riso ha come effetti la riduzione di ormoni dello
stress come il cortisolo e la stimolazione del rilascio di betaendorfine,
analgesici prodotti dall’organismo.
Se è
vero che stress, tristezza e malumore riducono le difese immunitarie è
altrettanto vero il percorso inverso cioè che le emozioni positive come la
gioia, la fiducia e l’amore portano alla guarigione.
Ridere mette a tacere la razionalità e libera delle energie che il corpo sfutta
per rigenerarsi.
Esiste
un detto nella nostra saggezza popolare che dice “Il riso fa buon sangue” le persone più inclini al
buonumore hanno di solito livelli più bassi di cortisolo (il cosiddetto 'ormone dello stress', nemico del cuore) nel sangue, una frequenza cardiaca minore,
e fanno registrare una riduzione della mortalità per patologie cardiovascolari e cancro.
L’ottimismo ha
quindi risvolti importanti sulla salute
fisica, anche perché chi affronta le difficoltà della vita senza lasciarsi
scoraggiare tende ad avere più cura per se stesso e a praticare un regolare
esercizio fisico (benefico per il cuore e per il sistema immunitario).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.