La nostra “astronave” Terra ha ormai compiuto il 4,6
miliardesimo compleanno di età, dall’Adeano (4600 Miliardi di anni) fino ad
oggi (siamo nel Neozoico da 2,588
milioni di anni ad oggi) ha subito
cambiamenti enormi, per lo più catastrofici, un necessario lavoro di
“sgrezzatura” ed assestamento che ha portato la sua struttura a stabilizzarsi attraverso
un processo sintropico. Circa 2,4 milioni di anni or sono, l’uomo, il più pericoloso agente entropico simile ad
un virus che cambierà il volto stesso della Terra, si differenzia
dall’Australopiteco scivolando temporalmente verso l’homo erectus. Volgendo il
suo sguardo volitivo e feroce verso il cielo sembra volerne afferrare i lembi
per poterne guidare gli eventi, ma come Fetonte cade per millenni, fino a che
non inizia la nostra epoca moderna.
Oggi. Il degrado, l’indifferenza, la superbia,
l’egocentrismo più sfrenato e cieco guidano le azioni del virus/uomo (Homo
Qualunquensis o Superficialis), collegato a tutti i suoi simili attraverso i
rapporti karmici interattivi, pilota un meme gigantesco creato dall’insieme dei
sopracitati vizi, una sorta di arma totale
puntata verso il cuore stesso della nostra nave cosmica. E’ dalla
rivoluzione industriale, ovvero dalla rottura con tutti i cicli interattivi
naturali, che ha innescato quest’arma di distruzione, creare e distruggere,
creare per distruggere, creare distruggendo e il suo motto illuministico. Il
progresso ed il benessere collettivo sono solo una scusa dei pochi per ingraziarsi
il consenso dei molti, e come in un “metsubushi” (letteralmente accecamento, è una strategia Ninja che
prevede l’utilizzo di polveri accecanti per disorientare l’avversario) beffardo, questo benessere scivola
inesorabile in un carosello effimero ed inutile di vacuità, dove il denaro,
secondo Lutero, sterco del demonio, devia dai veri ideali, corrompe e putrefà
gli animi.
Ricordo le prime pubblicità della Moplen, lo facevano
per Carosello e mostrava le incredibili qualità della plastica (dai secchi ai
contenitori per alimenti), fino ad allora tutto era di latta o di rame,
esistevano ancora gli stagnini e una pentola bucata 
veniva riparata dalle solerti mani dell’artigiano. Ogni cosa che si rompeva si poteva riparare perché era destinata a durare nel tempo, ora ciò che si rompe si getta e si compra nuovo. Maggior spesa (nostra) e maggior guadagno (delle aziende). Ciò che si getta aumenta il volume di rifiuti ed incrementa l’inquinamento. E’ una spirale viziosa che porta ad abominii ed aberrazioni mostruose come il Pacific Trash Vortex, un’isola di rifiuti (soprattutto plastica) che galleggia nell’Oceano Pacifico la cui estensione è di circa 10 milioni di chilometri quadrati il cui peso sarebbe di 3 milioni di tonnellate di sola
plastica e 100 milioni di tonnellate di detriti
vari.
Qualche decennio fa un buon padre lavorava per
mantenere un livello dignitoso di vita il proprio nucleo famigliare
(monoreddito) di cui si sentiva responsabile, ora lavorano tutti per mantenere
un livello alto di cose superflue a scapito della famiglia stessa.
Il virus/uomo fagocita con bulimica ingordigia il
prodotto del proprio vivere quotidiano e lo espelle in un processo entropico
degno di un buco nero, in un circolo di creazione e distruzione simile ad un
cosmico Ouroboros. E la Terra, di una pazienza esplosiva, inizia a dare segni
di intolleranza e di rigetto verso questo elemento esogeno che, all’inizio
rispettoso, ha acquistato sempre più protervia nei suoi confronti. E’ cronaca
di questi giorni il Vertice di Parigi “Cop 21”, dopo il fallimento del
Protocollo di Kyoto è considerata l’ultima chance per non arrivare ad una
irreversibilità dei fenomeni di surriscaldamento globale.
Secondo lo staff di scienziati che studiano il
fenomeno “Se
le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, supereremo la soglia
oltre la quale il riscaldamento globale diventerà catastrofico e irreversibile.
È stato calcolato che questa soglia corrisponde a un aumento della temperatura
di due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, ma dai trend delle
emissioni attuali siamo avviati verso un aumento di circa cinque gradi
centigradi. Benché possa non sembrare molto - la differenza di temperatura
tra oggi e l'ultima era glaciale è proprio di cinque gradi centigradi -, sbalzi
di temperatura apparentemente insignificanti possono avere per la Terra
un'importanza enorme”. (Fonte Repubblica) ed inoltre “In Europa le
regioni mediterranee saranno quelle maggiormente vulnerabili. Aumenteranno le
differenze di clima tra nord e sud e al sud ci sarà meno disponibilità di acqua
dolce con estati più lunghe. La maggioranza dei ghiacciai scomparirà, aumenterà
il livello dei fiumi e il rischio di inondazioni. In Italia il mare ingoierà le
zone costiere formate da lagune e dalle foci dei fiumi. A Sud e a Est diminuirà
la produttività mentre al nord ci saranno temperature miti favorevoli alle
colture agricole” (Fonte Legambiente). Ma il vero problema risiede come sempre
nella mente malata di indifferenza del virus/uomo che, disinteressato alle
conseguenze del proprio operato distruttivo, continua ad agire come se potesse vivere all’infinito
e sparge il liquame dei suoi meccanismi karmici deviati.
Limitato dalla sua irresponsabile ignoranza ed abulia,
l’Homo Qualunquensis (L’uomo/virus) continua a creare una degenerazione karmica
che lo porta ad una deriva irreparabile e ad allontanarsi dalla Terra che lo
ospita. Contrariamente al rispetto dei nativi americani (per esempio) che
esprimono tutta la loro devozione verso il nostro mondo. Queste parole sono di Orso in piedi, Sciamano Sioux. “Non conosco
alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo
dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali come
quella del nativo su questo continente: come un fastidio. Non c'è alcun termine
nella nostra lingua con il significato di fastidio”.
E su queste parole
invito tutti a considerare il nostro karma come un karma collettivo che unisce
coscienze, consapevolezze ed azioni, e che questo debba necessariamente essere in
sintonia con il karma della Terra che ci
ospita, coscienti che questo
nostro agire consapevole, integrato a questo pianeta, è responsabile per le conservazione
delle sue caratteristiche generali e degli
elementi che lo costituiscono, per uno sviluppo armonico ed un indispensabile
simbiosi tra l’Uomo e la Natura.