Alla libreria "Eccelibro" di Ferrara, Via Saraceno, 32-34 alle ore 17 si terrà la presentazione del libro "Il loto fra i sassi, di Davide Magnani ed il libro "Introduzione alla Karmanautica" non mancate!!!
Officina di Karmanautica e Consapevolezza
La karmanautica è un insieme sincretistico di Discipline Esoteriche e Strategie Marziali il cui scopo è la comprensione del rapporto tra cause ed effetto e modificare il karma a proprio favore .
martedì 16 gennaio 2018
lunedì 1 maggio 2017
Combattere la noia di vivere
Un breve intervallo di tempo, un lampo fulmineo nello
scorrere multiversale del tempo. L’uomo per le stelle è come una falena che
nasce e muore in un battito cosmico, questione di percezioni, di come si
avverte il susseguirsi delle ore, dei giorni, di momenti e di cicli e di
stagioni.
Dalla nascita alla morte, come vogliamo riempire questo intermezzo
che subdolamente ci sembra infinito? Considerando che ogni tempo trascorso è
strettamente correlato al futuro, ed è quindi un vettore che scorre in avanti e
non ritorna, sarebbe il caso di impiegarlo positivamente, o no?
Secondo lo psicologo Michael
Wallach del Massachusetts institute of technology ha riscontrato che, quando si
chiede di descrivere il passare del tempo con una metafora, i giovani usano
immagini statiche (“un oceano immobile”) mentre le persone mature scelgono immagini
in rapido movimento (“un treno in corsa”).
All’Università Ludwig Maximilian di
Monaco, con una ricerca su 499 persone tra i 14 e i 94 anni, si è visto che man
mano che l’età avanza si ha sempre di più l’impressione che gli ultimi 10 anni
della propria vita siano passati velocemente. Questa tendenza raggiunge il
picco a 50 anni, poi non cresce ulteriormente. (fonte http://www.focus.it/cultura/curiosita/perche-il-tempo-passa-cosi-in-fretta)
“La percezione temporale appare influenzata dalle condizioni biochimiche
in cui il corpo e il cervello si trovano. La dopamina, in particolare, è uno
dei principali neurotrasmettitori coinvolti, e tende a produrre la sensazione
che il tempo trascorra più velocemente. Lo stesso avviene quando si assumono
sostanze, come la cocaina, che potenziano l’effetto della dopamina. Al
contrario i neurolettici – i farmaci usati per trattare malattie come la
schizofrenia – ne inibiscono l’effetto, e dunque la percezione temporale è
opposta,e il tempo si allunga. In aggiunta diverse zone cerebrali sono chiamate
e rispondere a questi mediatori chimici: in sintesi, secondo questa teoria, la
percezione del tempo è connaturata nel nostro sistema neuronale e invecchia man
mano che invecchiamo, favorendo quel senso del tempus fugit”. (fonte http://www.medicinanarrativa.eu/la-percezione-del-tempo-riflessioni-riflessioni)
Si sente spesso dire “ho
passato il tempo”, come se “passare” fosse un atto passivo e dovuto al fatto di
essere – tutto sommato – vivi, ma è meglio passare il tempo o viverlo? Non
avete mai fatto caso che in alcuni momenti (purtroppo sempre più rari) ci si
rende conto di quanto tempo sia passato e di quanto poco lo si sia valorizzato
quanto meriterebbe?
Siamo d’accordo... il tempo vola quando
siamo contenti e proviamo piacere. Mentre, al contrario, ci pare che non passi
mai quando siamo in una situazione sgradevole, ma passare la vita cercando di essere felici o ricercando la felicità non
è in fondo come cercare il famoso ago nel pagliaio? Perdere intere giornate
alla ricerca di quelle emozioni e sensazioni che portino benessere ed
appagamento non è un po’ come correre dietro ad un miraggio?
Può
sembrare realistico che giornate susseguentisi una all’altra possano passare senza
nessun evento karmico negativo? O che nessuna interferenza karmica possa turbare
la nostra tranquillità? Sono tutte domande che hanno come risposta un
comportamento anomalo dell’uomo comune, che spera e confida in un continuo
stato di beatitudine emotiva. Niente di più sbagliato.
Il
motivo? Molto semplice... la felicità è uno stato interiore di accettazione attiva
di ciò che avviene nella nostra vita. E’ un atteggiamento positivo ed
ottimistico che volge la nostra attenzione agli eventi positivi e li enfatizza
a scapito degli eventi spiacevoli.
Abbiamo
potuto constatare che la percezione del tempo che passa deriva anche da una
situazione biochimica legata alla Dopamina, il nostro cervello, nella
fattispecie dei neuroni dopaminergici allocati nel mesencefalo, ci danno la
percezione del tempo che passa, addirittura è stato scoperto che l’inibizione o
l’attivazione di tali neuroni ci fa variare il senso del tempo.
Quindi
come possiamo ottenere la corrispondente attinenza concettuale tra “tempus
fugit” e felicità? Semplicemente meditando, infatti nel corso della
meditazione si verifica un rilascio della dopamina endogena in conformità con
un aumento dell'attività delle onde teta, il tutto registrato tramite
elettroencefalogramma, il tutto senza medicinali o interventi esterni.
La Karmanautica utilizza la meditazione (tratta dal
Buddhismo Shingon), ma anche diversi tipi di respirazioni simili al Pranayama) proprio
per agire sul sistema endocrino e per migliorare la propria condizione
psicofisica, e per vivere in maniera ottimale tutti gli eventi karmici.
Possiamo constatare quindi che il tempo certamente scorre,
ma che siamo noi stessi che dobbiamo dargli il giusto valore, per non doverci
rammaricare di ciò che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto.
Vi lascio,
cari lettori (spero futuri Karmanauti) con un frase di Erich Fromm:” L'uomo moderno crede di perdere qualcosa - il tempo -
quando non fa le cose in fretta; eppure non sa che cosa fare del tempo che guadagna,
tranne che ammazzarlo.
Wake up people!
venerdì 21 aprile 2017
Vivere nelle Matrix
Sapete cosa significa vivere nelle Matrix? Significa correre
come tanti Pinocchio (attenzione, non ho scelto Pinocchio solo perchè è il
burattino più famoso) verso il perseguimento delle proprie vuote ambizioni,
come tante formiche filoguidate dal proprio senso del possesso.
Dipendenti da
oggetti con poca utilità se non quella di essere “connessi” o “social”, schiavi
di pubblicità che creano memi atti a rinforzare il controllo, servi di “gabbie
sociali” che si autoalimentano in un gigantesco Ouroboros di sfruttamento, dove
il controllore ed il controllato sono essi stessi schiavi di un sistema strategico
di origine “sconosciuta” ai più e sottaciuta da chi invece ne conosce la genesi.
Frotte di “Anonimous” che inneggiano alla libertà globale protestano con
indosso il “marchio della bestia” che si propongono di combattere, Levi’s...
Adidas...Nike tutti in fila a comprare con i soldi faticosamente sudati e
sperperati in nome di Leviatani del
commercio. Anonimous che, dietro le tastiere o in prima linea a tirare sassi in
nome di memi inculcati loro dagli stessi media che combattono, sono controllati
dagli smartphone che indicano posizioni precise con scarti di mezzo metro dal loro
“ignoto” luogo di sosta.
Selfie’s in nome del dio ego che muovono milioni di
byte “Dalla produzione dei sempre
più numerosi apparecchi connessi a internet alla loro ricarica, dalla creazione
della rete su cui viaggiano i dati fino all’alimentazione degli enormi archivi
in cui vengono custoditi: internet ha continuamente bisogno di elettricità. A
succhiarla sono soprattutto i data center: biblioteche virtuali di file che
necessitano di enormi quantità di energia per essere alimentate, raffreddate,
monitorate”. Secondo Greenpeaceha, se nel 2012 i data center consumavano il 15
per cento dell’energia totale dell’intero comparto ICT (cioé delle tecnologie
dell’informazione e delle comunicazioni), entro il 2017 la percentuale salirà
al 21 per cento, scalzando in importanza il fabbisogno energetico delle reti.
In termini assoluti, tra 2008 e 2013 il consumo di energia dei data center è
già quasi raddoppiato (Fonte http://www.lastampa.it/2016/05/07/tecnologia/news/unora-di-streaming-a-settimana-consuma-pi-di-due-frigoriferi-BjZWeZRXZSjkJ1oEy8va8M/pagina.html).
Ecco come le Matrix si alimentano, distruggendo ed inquinando solo per elevare
ego ipertrofici al loro rango di “semidei”. I burattini inconsapevoli fanno
file per generi inutili come i nostri nonni facevano le file per prendere il
pane, “ai
forni si facevano lunghe code per aspettare la distribuzione; alcuni si
piazzavano davanti al negozio alle 4 di mattina, quand'era ancora notte. (come
fanno oggi molti per comprare l'ultimo modello dell' I-Pad ) e davano una candela a testa che doveva durare
un mese” (fonte http://www.storiologia.it/mussolini/razionamenti.htm),
certo i tempi sono cambiati!
Ed è giusto così, ma la bilancia ha subito un
forte squilibrio in senso opposto, togliendo individualità e sostituendo con il
possesso, togliendo dignità al posto dell’insensatezza, dando importanza a ciò
che non è importante e togliendo valore e ciò che in realtà ne possiede.
E’ un
mondo dove la moltitudine ha sostituito la qualità, dove ciò che compri non
dura che qualche anno, per assodare l’effimeratezza della giostra e permettere
ai produttori di continuare a vendere all’infinito.
Falene senza
futuro che cercano di dare un senso alla loro vuota esistenza aggrappandosi a
relitti tecnologici e altre futilità in un eterno samsara di dolore, sacrificio
e morte, senza nessun altro obbiettivo se non elevare il proprio status con
ogni mezzo. Uno specchietto realistico? Bene!
Il giovane
Mario viene mantenuto agli studi, trova la sua compagna, imposta una relazione superficiale
perche entrambi pretendono una vita svincolata dalle responsabilità (poche
uscite insieme e fine settimana ognuno balla con sua nonna), finisce gli studi
(o non li finisce, o non li comincia affatto) trova un lavoro (che accetta di
malagrazia) si sposa, Luna di miele nei paradisi tropicali (per farsi vedere dagli
amici) e COMPRA CASA!!! Iniziando una serie di rate, mutui, prestiti e
cambiali, poi la macchina (consigliato dalle pubblicità della tv o cercando di
superare il vicino in cilindrata e valore della sua auto) poi smartphone, TV
ultimo modello che farebbe impallidire un cinema, poi compra i pacchetti per
vedere le partite di calcio, poi vuole le vacanze ai caraibi e le settimane
bianche, ovviamente anche la neomoglie deve iniziare a lavorare per mantenere
il livello economico sufficiente per poter pagare le rate, livello di intimità?
ZERO, Livello di empatia ZERO, livello di stanchezza? DIECI! Quindi dopo
qualche anno tutto il costrutto economico e sociale di questa coppia rovina a
terra tra stanchezza e magari tradimenti, e la catena karmica negativa continua
con la nascita dei figli, benvenuto al neonato Mario che continuerà la dinastia!
Certo, questo è uno spaccato volutamente esasperato e pessimistico, ma non così
raro... tutt’altro purtroppo.
Wake up people!
martedì 18 aprile 2017
La Matrix delle religioni
Come abbiamo potuto constatare dall’inizio del percorso
inerente le teorie sulla Matrice (Velo di Maya, Velo dell’ignoranza, Matrix o
Velo dell’illusione) definisco Matrix tutto ciò che massifica, compatta e
costringe in un intero assieme, sia di carattere cosmologico e via via sino al
fenomeno sociale che corrisponda ai canoni descritti. Un analogia tra Matrix e
memi ne è un esempio, dove la mente viene costretta da tormentoni ascoltati o
visti in tv o sui social, tipo quella canzonetta che non riesci a smettere di
cantare mentalmente, o quella frase tipo “Mi consenta” di Silvio Berlusconi, l'espressioni “é la tua risposta definitiva?
L'Accendiamo?” o “Chiedo l'aiuto da casa” del programma televisivo “Chi vuol
essere milionario”, oppure “compro una vocale” , “giro la ruota”, etcc, tormentoni
di noti quiz televisivi fino ad arrivare al recentissimo “No Maria! Io esco”
all'interno del programma “Uomini e donne” (utilizzato nel mondo dei social
network come risposta ad una frase assurda – Fonte http://www.percorsinara.it/13/blog/teoria_dei_memi_tra_gossip_bufale_e_barbra_streisand.html
) Il concetto teoretico di Matrix
Religiosa viene resa evidente dalla
definizione tratta dall’enciclopedia Treccani - religióne s. f. [dal lat. religio -onis, prob. affine a religare «legare», con riferimento al valore
vincolante degli obblighi e dei divieti sacrali]. – 1. a. Complesso
di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò
che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità. (DIVinità, Deva,
Devozione, atti sacri che subordinano l’uomo nei confronti di una Divinità a
cui chiedono e che pregano per avere in cambio beni terreni o salute).
Come da
definizione, le religioni contengono già nel loro nome lo scopo per cui sono
state create, ovvero relegare, recintare, rinchiudere, massificare in un unico
recinto... unico il vero dramma cosmico da cui la stessa unità si è allontanata
dando origine alla successione numerica.
In nome
dei vari dei si è ucciso e possiamo notare come per gli dei che in molti amano,
noi siamo solo carne da macello, prendendo in esame le due maggiori religioni
esistenti possiamo leggere in varie Sure del Corano:
– “Prendetelo (l’infedele
n.d.t.) ed incatenatelo ed esponetelo al fuoco dell’inferno” [Sura 69:30]
– “Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita” [Sura 8:12]
– “Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita” [Sura 8:12]
– “Essi (gli infedeli ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta [Sura 5:33]- “Sappiate che il paradiso giace sotto l’ombra delle spade” [Sahlih al-Bukhari Vol 4 p55]
(Fonte http://www.qelsi.it/2015/tutti-i-versi-del-corano-che-incitano-allodio-e-alla-morte-degli-infedeli/)
Mentre nell’Antico Testamento
è stato scritto:
Esodo, 2:12 – Mosè scorse un egiziano che picchiava un ebreo.
Si guardò intorno e, non trovandovi testimoni, “uccise l’Egiziano e lo nascose
nella sabbia.“
Esodo, 9:10 – Dio inviò una piaga di “ulceri che si
trasformarono in pustole sulle persone e sugli animali.“
Esodo, 9:22-25 – Dio inviò una piaga di grandine che colpì
uomini e animali, e che spogliò i campi.
Esodo, 12: 29 – Dio uccise il primogenito di ogni famiglia
egiziana la cui casa non fosse stata contrassegnata da sangue d’agnello.
Esodo, 17:13 – Il bastone di Dio, retto dalle mani di Mosè
sulla vetta del colle, permise a Giosuè di sterminare Amalec e la sua gente
“passandoli a fil di spada“.
E nel nome di questi dei e profeti gli uomini sono
incatenati alle loro credenze memetiche, sono imprigionati e costretti.
La chiesa cattolica
iniziò con convertire i pagani tramite metodi “poco ortodossi”, già durante l’Impero Romano,
appena ammesso ufficialmente il culto cristiano con decreto imperiale del 315,
si cominciò a demolire i luoghi del culto pagano e a sopprimere i sacerdoti
pagani.
Tra il 315 e il sesto secolo furono perseguitati ed eliminati un
numero incalcolabile di fedeli pagani.
Esempi celebri di templi distrutti: il santuario di Esculapio
nell’Egea, il tempio di Afrodite a Golgota, i templi di Afaca nel Libano, il
santuario di Eliopoli.
Sacerdoti cristiani, come Marco di Aretusa o Cirillo di Eliopoli,
vennero persino celebrati come benemeriti «distruttori
di templi» (DA 468).
Dall’anno 356 venne sancita la pena di morte per chi praticava i
riti pagani (DA 468).
L’imperatore cristiano Teodosio (408-450) fece giustiziare perfino
dei bambini per aver giocato coi resti delle statue pagane (DA 469). Eppure,
stando al giudizio di cronisti cristiani, Teodosio«ottemperava
coscienziosamente a ogni cristiano insegnamento». (Fonte http://nero-vaticano.blogspot.it/2009/11/elenco-dei-crimini-della-chiesa.html)
Senza contare i processi per stregoneria in cui “dai primi tempi
del cristianesimo fino al 1484 invalse la consuetudine di mandare a morte
persone, perlopiù donne, che si credevano dotate di poteri soprannaturali,
malefici e stregonici.
Nell’era vera e propria dei processi per stregoneria, dal 1484 al
1750, molte centinaia di migliaia di sospetti o colpevoli di pratiche
stregoniche - secondo le stime degli storici - furono condannati a morte sul
rogo o in seguito alle torture; percentualmente, i quattro quinti di essi erano
donne (WV).
Un elenco (naturalmente incompleto) di queste vittime, conosciute
spesso anche per nome, si trova nell’opera The
Burning of Witches - A Chronicle of the Burning Times”. (Fonte http://nero-vaticano.blogspot.it/2009/11/elenco-dei-crimini-della-chiesa.html)
Religioni di morte che si nutrono della devozione dei fedeli che
divengono complici inconsapevoli di un male quasi peggiore della peste. Si
nutrono, avete letto bene, perchè nella catena alimentare, sopra l’uomo ci sono
i DEVa, che chiedono atti DEVozionali perchè possano pascersi delle nostre
energie mentali e che ci usano come un gregge... la versione drammaticamente reale
del film “Matrix”, dove gli uomini accecati dal Velo di Maya credono di vivere
una vita libera, mentre sono immobilizzati in una vita non vera (vedi il
precedente articolo https://karmanautica.blogspot.it/2017/04/le-matrix-in-cui-siamo-imprigionatila.html
)
ed usati come “pile” dalle ENTITA’
che si fanno chiamare Dei e dai loro sacerdoti di morte.
Il Karmanauta sa riconoscere la strategia che si nasconde dietro le
tecniche induttorie e seducenti utilizzate, sia nella creazione dell’Inganno,
sia di come questo venga portato avanti nella Società, nella religione, nella
politica, nell’economia, e sa usare tutte le contromosse necessarie per
svincolarsi (nel possibile) dalle ragnatele karmiche che essi creano.
Wake up people!
lunedì 17 aprile 2017
Le Matrix in cui siamo imprigionati:La Matrix Sociale
In questo articolo inizierò a parlare delle varie “Matrix”
che vincolano la nostra vita, pilotandola karmicamente, riducendoci come tanti Thomas A. Anderson inconsapevoli
dei meccanismi che ci impediscono di vedere la realtà delle cose.
Ci tengo a precisare che, dopo una ricerca sulla
rete, nessuno ha parlato della Matrix al plurale, ma solo al singolare, come se
ce ne fosse solamente una, errore ingenuo da chi non ha compreso l’operatività
di questo sistema. In realtà le Matrix sono integrate e concatenate a loro
stesse come fossero gli strati di una cipolla, interconnessi karmicamente come
i quattro Mondi della Qabalah, la cui espressione della Matrix primaria ed
originale è la più affine in termini di affidabilità.
Per parlare della Matrix Sociale sarebbe necessario rivedere
la maggior parte di articoli che ho scritto
e che parlano delle aberrazioni comportamentali legate al vivere gomito
a gomito con tutti gli individui che nel complesso formano la societas, il cui
vivere è espressione arrogante di quell’ego di cui ultimamente si fa un gran
parlare.
La Matrix Sociale è essa stessa formata a strati,
che vengono definiti “Classi Sociali” e che secondo Wikipedia viene spiegata
come una “strutturazione gerarchica di uno strato della popolazione in un raggruppamento abbastanza
omogeneo, sia da un punto di vista economico (lavoro, casa, vestiario), sia sul
versante culturale (livello di istruzione, titolo di studi, cultura generale)”.
Il
vero problema è che l’omogeneità dichiarata nella spiegazione soprascritta non
possiede un contraltare nella indole egoica dell’individuo, che, preso dalla
necessità interiore di dimostrare, anche barando, sulla propria identità di
classe, muta il proprio karma per adeguarsi a ciò che vorrebbe essere,
infilandosi in un “canale” di cause ed effetti che raramente lo conduce a
benessere e tranquillità.
E
si vede l’uomo di bassa estrazione sociale faticare per poter arrivare ad
acquistare oggetti di lusso, per poter dimostrare uno “status” che non
possiede.
La
pulsione ad acquistare o possedere questi beni materiali deriva da alcuni
aspetti dell'inconscio che spingono gli individui con personalità meno sicure a
utilizzarli per affermarsi, distinguersi, omologarsi, farsi accettare dallo
strato sociale a cui appartengono o nel quale desiderano inserirsi, questa è l’espressione
del dibattersi per emergere, non determinando quello che karmicamente comporta.
Sempre da Wiki suggerisco di riflettere su queste righe
“Il SEGUIRE una moda (costosa) o l'OSTENTAZIONE di oggetti e stili di vita lussuosi sono comportamenti che -
tutto sommato - sono inclusi e in larga parte accettati dal vivere in società,
sia quando è possibile e consentita una certa mobilità
tra diversi strati sociali, sia quando la divisione tra i gruppi sociali è più rigida.
In singoli individui o in gruppi
omologati, la ricerca della propria affermazione sociale attraverso la messa in
evidenza di oggetti e consumi di lusso può raggiungere livelli parossistici e
compulsivi tali da innestare un circolo vizioso che tende solamente a
giustificare se stessa.
Si possono ravvisare - in questi casi -
degli aspetti psicopatologici che sottintendono una rinuncia all'affermazione
del proprio IO attraverso la crescita delle qualità esistenziali, morali e
conoscitive a vantaggio della propria imposizione forzata agli altri attraverso la proiezione di
una immagine della propria ricchezza o della capacità reddituale.
Il fenomeno, poi, delle mode e il
seguire pedissequamente quanto imposto da altri o dal gruppo, sottintende,
specialmente in individui con personalità più debole, la rinuncia a ricercare
un proprio modo personale e originale di comportamento e di proiezione del
proprio essere”
Prendendo in esame le parole in maiuscolo del
precedente scritto possiamo leggere l’OSTENTAZIONE come affermazione di quello
che si vorrebbe essere, il SEGUIRE (ad ogni costo), uno status a
cui non si appartiene, OMOLOGAZIONE come desiderio di confondersi ed
appartenere ad una classe sociale che si ritiene migliore della propria, in parole
povere una dichiarazione di sconfitta di ciò che si è a scapito di ciò che si
vorrebbe essere, l’eterna lotta tra possedere ed essere.
Ecco come siamo intrappolati nella Matrix Sociale, ed ecco
come questa produca fenomeni comportamentali come il consumismo, fenomeno
definito economico e sociale piaga del nostro secolo che favorisce le
multinazionali, costringendo l’uomo medio ad acquistare senza una reale
necessità qualsiasi bene di consumo massificando ed esasperando l’acquisto
attraverso tecniche pubblicitarie al limite della manipolazione mentale, al
fine di far apparire reali, bisogni apparenti al solo scopo di incrementare la
produzione. Come una droga, ogni acquisto viene tradotto in soddisfazione
personale, dove è l’acquisto stesso ad essere la fase più importante anziché il
prodotto acquistato, ricordate quando da bambini si desiderava un giocattolo
con tutte le proprie forze ed una volta acquistato veniva poi, successivamente
abbandonato?
Matrix Sociale che fagocita tutto ciò che incontra e che
rende sottoforma di spazzatura in un entropico pranzo gargantuesco, tramoggia
capitalistica che ingoia denaro e sputa veleni e scorie che rende il nostro
pianeta simile ad una discarica, schiavi di essa, gli uomini cercano la loro
meschina soddisfazione e come fuochisti di una enorme locomotiva alimentano la
caldaia della nostra autodistruzione.
Essere Karmanauti significa anche saper dare il giusto
valore a ciò che è superfluo e a ciò che è necessario, per non creare vincoli
karmici e creare effetti indesiderati, per non essere come criceti che girano
in tondo per tutta la vita per capire infine che la si è sprecata seguendo un miraggio.
Illusi da generazioni di “dittatori” che ci hanno inculcato
il falso mito dell’opulenza a tutti i costi è ora di svegliarsi ad una vita
migliore fatta di discernimento e di consapevolezza.
Wake up people!
domenica 26 marzo 2017
Contattisti, un nuovo futuro scientifico?
Questo
articolo non tratta espressamente la Karmanautica, ma mi è sembrato doveroso
affrontarlo perchè utilizza la teoria dell’Entanglement, concetto teoretico
utilizzato anche nella mia disciplina, per spiegare la simultanea trasmissione
di emozioni attraverso lo spazio che ho chiamato “Entanglement Karmico”. Ve lo
propongo visto che sono tematiche che mi appassionano da sempre.
Il
fenomeno del contattismo riguarda la connessione
telepatica e/o fisica con esseri di natura extraterrestre: per
quanto riguarda il contattismo di natura telepatica oggi è sempre più diffuso
e, se è vero che ha contribuito a cambiare il sistema di credenze limitato e
materialista dell'essere umano post-illuministico, è anche vero che le
informazioni che giungono attraverso questa metodica di telepatia verticale non
sempre sono attendibili.
Contattisti
famosi furono il nostro Eugenio Siragusa, ma anche Claude Vorilhon, sedicente
ultimo messia o profeta e fondatore del Movimento
Raeliano, George Adamski, Billy Meier, Carlos
Diaz, Fernando Sesma
Manzano (protagonista di un
presunto contatto con gli Ummiti), Elizabeth Klarer, Orfeo Angelucci, Riley Martin, Pier Fortunato
Zanfretta per citarne alcuni.
Il CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) descrive una realtà
che ha ormai un posto di rilievo nel quadro della "nuova religiosità
contemporanea". Gli aderenti ai culti ufologici -- intesi come seguaci di
"contattisti", cioè di persone che affermano di avere ricevuto dagli
extraterrestri un messaggio religioso, distinti dai semplici
"ufologi", che hanno per i dischi volanti un interesse che non è di
natura religiosa -- superano i centomila nel mondo; in Italia sono più di mille,
con un’influenza però su una cerchia assai più vasta.
Già Jung
riteneva che i culti dei dischi volanti avrebbero avuto un ruolo importante nel
ventunesimo secolo, come escatologie religiose modernizzate per venire incontro
alle paure dell’uomo moderno e al suo desiderio di conciliare vaghe aspirazioni
al sacro e scienza, mettendo al centro di nuove mitologie "angeli
tecnologici" che costituiscono la versione moderna del deus ex machina degli antichi.
Teorie
fantascientifiche? Visioni di persone disturbate? Allucinazioni sensoriali? Le
opinioni dei “puristi” della Scienza più oltranzista e rigorosa affiderebbe
questa tipologia di persone agli Istituti di Igiene Mentale preposti alla cura
di malattie psichiatriche, e la stragrande maggioranza di scettici, dal CICAP a
tutti i gruppi affini ad esso, tipo l’ European Council of
Skeptical Organisations, sarebbero concordi a relegare nel regno della
fantasia/raggiro, questa categorie di “medium dello spazio”, ma attenzione!
Nel regno delle speculazioni che riguardano la Fisica
Quantistica ci sono novità che aprirebbero spiragli di vidimazione scientifica
nei confronti del contattismo, sembra infatti che si stiano compiendo
esperimenti affiancati al SETI (Search for
Extraterrestrial Intelligence) per la ricerca di
messaggi provenienti dallo spazio e da civiltà intelligenti! Infatti attraverso
quel fenomeno quantistico chiamato ENTANGLEMENT (Ricordate il mio articolo
riguardante l’entanglemente karmico?) sembra che le cellule cerebrali possano
funzionare come “antenne quantiche” e captare i pensieri lanciati da qualche
fratello cosmico... ma siccome io non sono un fisico teorico riporto
interamente l’articolo... Troverete ottimi spunti di riflessione e magari (e lo
dico per voi lettori) anche qualche punto di partenza per studi più
approfonditi.
La fisica quantistica aprirebbe nuovo ipotesi e conferme sul
contattismo e sui fenomeni paranormali!
UNA NUOVA VIA PER IL SETI: TRASMISSIONE E RICEZIONE NON-LOCALE DI
MESSAGGI
Come ben sappiamo, le ricerche finora condotte dal progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) non hanno portato per adesso risultati confortanti. Non esiste infatti ancora evidenza che civiltà extraterrestri avanzate abbiano mai inviato segnali radio o ottici utilizzando le onde elettromagnetiche, le quali, per loro natura, sono tanto più deboli in ricezione, quanto minore è l'intensità del segnale e quanto maggiore è la distanza della sorgente che trasmette il segnale. Ma siamo sicuri che civiltà ben più avanzate della nostra impiegherebbero le onde elettromagnetiche per comunicare con noi? Quello che già oggi siamo in grado di capire sul meccanismo dell'entanglement, ci fa prefigurare che forse, in un futuro non lontano, potremmo noi stessi usare questo sistema per comunicare in maniera istantanea con altri esseri intelligenti nell'universo: questi, però, ci sarebbero riusciti prima di noi, visto e considerato che la statistica stellare e la teoria della probabilità prevede che possano esserci altre civiltà ben più evolute della nostra, in grado di utilizzare tecnologie per noi inimmaginabili. E infatti qualcuno qui sulla Terra sta già pensando di utilizzare il metodo dell'entanglement quantistico per ricevere e trasmettere messaggi in maniera non-locale. Uno di questi è il biofìsico statunitense Fred Thaheld, il quale intenderebbe utilizzare gli effetti di non-località che avverrebbero a livello biologico, e in particolare nel cervello.
Gli esperimenti effettuati su contenitori separati di cellule neurali dimostrano eventi di entanglement. Stati di entanglement cerebrale sarebbero stati costruiti all'Università di Milano, dove sono stati fatti crescere neuroni in un contenitore. In seguito, si è preso un campione di cellule neurali da quel contenitore e sono state fatte crescere in un altro contenitore. L'ipotesi di partenza era che i neuroni presenti in entrambi i contenitori fossero connessi da uno stato di entanglement. Non restava allora che trovare un modo per manifestare questo stato. Fu utilizzato infatti un fascio laser - ben sapendo che i neuroni sono molto sensibili a certi stimoli elettrici - indirizzando il fascio laser sul secondo contenitore di cellule neurali, ben separato dal primo. Ciò che i ricercatori milanesi osservarono fu una eclatante reazione elettrica nei neuroni presenti in entrambi i contenitori, dimostrando così che il fenomeno dell'entanglement sembra avvenire anche a livello delle cellule neurali (ora sappiamo che non sono i neuroni in sé a reagire, ma i microtubuli in esso presenti, per via delle proprietà studiate da Hameroff e Penrose).
Allo stesso modo, ma in maniera ancora più sofisticata - come si vedrà in dettaglio in seguito -, i cervelli di coppie separate di persone sono in grado di entrare, in certe condizioni, in stato di reale entanglement.
Come ben sappiamo, le ricerche finora condotte dal progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) non hanno portato per adesso risultati confortanti. Non esiste infatti ancora evidenza che civiltà extraterrestri avanzate abbiano mai inviato segnali radio o ottici utilizzando le onde elettromagnetiche, le quali, per loro natura, sono tanto più deboli in ricezione, quanto minore è l'intensità del segnale e quanto maggiore è la distanza della sorgente che trasmette il segnale. Ma siamo sicuri che civiltà ben più avanzate della nostra impiegherebbero le onde elettromagnetiche per comunicare con noi? Quello che già oggi siamo in grado di capire sul meccanismo dell'entanglement, ci fa prefigurare che forse, in un futuro non lontano, potremmo noi stessi usare questo sistema per comunicare in maniera istantanea con altri esseri intelligenti nell'universo: questi, però, ci sarebbero riusciti prima di noi, visto e considerato che la statistica stellare e la teoria della probabilità prevede che possano esserci altre civiltà ben più evolute della nostra, in grado di utilizzare tecnologie per noi inimmaginabili. E infatti qualcuno qui sulla Terra sta già pensando di utilizzare il metodo dell'entanglement quantistico per ricevere e trasmettere messaggi in maniera non-locale. Uno di questi è il biofìsico statunitense Fred Thaheld, il quale intenderebbe utilizzare gli effetti di non-località che avverrebbero a livello biologico, e in particolare nel cervello.
Gli esperimenti effettuati su contenitori separati di cellule neurali dimostrano eventi di entanglement. Stati di entanglement cerebrale sarebbero stati costruiti all'Università di Milano, dove sono stati fatti crescere neuroni in un contenitore. In seguito, si è preso un campione di cellule neurali da quel contenitore e sono state fatte crescere in un altro contenitore. L'ipotesi di partenza era che i neuroni presenti in entrambi i contenitori fossero connessi da uno stato di entanglement. Non restava allora che trovare un modo per manifestare questo stato. Fu utilizzato infatti un fascio laser - ben sapendo che i neuroni sono molto sensibili a certi stimoli elettrici - indirizzando il fascio laser sul secondo contenitore di cellule neurali, ben separato dal primo. Ciò che i ricercatori milanesi osservarono fu una eclatante reazione elettrica nei neuroni presenti in entrambi i contenitori, dimostrando così che il fenomeno dell'entanglement sembra avvenire anche a livello delle cellule neurali (ora sappiamo che non sono i neuroni in sé a reagire, ma i microtubuli in esso presenti, per via delle proprietà studiate da Hameroff e Penrose).
Allo stesso modo, ma in maniera ancora più sofisticata - come si vedrà in dettaglio in seguito -, i cervelli di coppie separate di persone sono in grado di entrare, in certe condizioni, in stato di reale entanglement.
Ciò è stato verificato analizzando i tracciati EEG di entrambe le persone.
Questi esperimenti ci dimostrano che se è possibile verificare uno stato di entanglement a distanza tra cellule neurali o persone umane, è in linea di principio possibile ottenere lo stesso risultato tra cervelli tra loro separati da un oceano di anni luce. Questa possibilità ha una sua ragione di essere, in base all'assunzione cosmologica (prima trattata), che al momento del Big Bang tutte le particelle dell'universo dovevano essere tra loro entangled e che a certi livelli - come ad esempio il DNA o i microtubuli dei neuroni - questi stati di entanglement siano rimasti inalterati. Occorre solo risvegliarli in qualche modo, utilizzando tecnologie e strategie molto raffinate. Fred Thaheld ritiene che questa non solo sia una via percorribile, ma anche una via molto più sensata di quella percorsa dal SETI tradizionale: così ha messo a punto un progetto estremamente raffinato, che lui chiama "non-località astrobiologica" (o "bio-astro-entanglement). Thaheld ritiene inoltre che se ci poniamo in condizione di ricevere segnali del genere, non è detto che quello che riceveremmo debba provenire per forza da civiltà necessariamente più evolute della nostra. Se lo "entanglement neurale" è un fenomeno diffuso nell'universo, anche creature inferiori sarebbero in grado di inviare a caso e involontariamente segnali non-locali; al punto tale che l'universo sarebbe costellato di segnali del genere, che andrebbero a costituire una enorme e caotica foresta di "rumore", entro il quale noi dovremmo riuscire a spulciare svariati segnali che si intersecano tra loro. Al contrario, creature più avanzate di noi sarebbero in grado sia di inviare segnali intenzionali che di ricevere segnali dello stesso tipo, ma anche di riuscire a estrarre il segnale dal rumore cosmico di entanglement neurale di cui sopra.
Il concetto che sta alla base del progetto di ricerca di Thaheld è che noi sappiamo che eventi neurali possono dare inizio ad eventi mentali, ma allora è anche possibile che succeda il contrario e cioè che eventi mentali diano l'innesco ad eventi neurali. Noi potremmo essere costantemente bombardati - da sempre - da segnali mentali del genere, senza che ce ne accorgiamo: una specie di "emissione mentale di fondo". Del resto, anche in altri aspetti l'universo presenta radiazione di fondo (in questo caso elettromagnetica e particellare) di vario tipo, rappresentata da neutrini, raggi cosmici, radiazione cosmologica nelle microonde, radiazione gravitazionale. Perché non anche l'emissione mentale, visto che oggi sappiamo che il meccanismo dell'entanglement non è più una fantasia? Quindi noi ci troveremmo a essere invasi da un bagno di emissione mentale di entanglement, caratterizzata da vari gradi di complessità, che ci apparirebbe solo come rumore se noi non trovassimo dei criteri, delle strategie e delle procedure per estrarre e decodifìcare il segnale che ci interessa. Teniamo presente che si tratterebbe di una caotica sovrapposizione di informazione entangled proveniente da un numero spropositato di sorgenti di vario tipo, che possono essere in larga parte non intenzionali (le civiltà meno avanzate o primitive) e in piccola parte intenzionali (le civiltà più avanzate).
Ma come procederemmo per cercare di agganciare almeno uno di questi messaggi mentali? Secondo Thaheld, dovremmo monitorare attentamente il tracciato cerebrale EEG nostro, quello che proviene dal nostro cervello, per verificare se segnali particolari si sovrappongono al normale tracciato, che di per sé è già molto caotico. Ovviamente occorrerebbe effettuare un lavoro enorme di filtraggio, e soprattutto coadiuvati da procedure algoritmiche completamente informatizzate. E anche se riuscissimo a rilevare "segnali esterni" questi potrebbero anche provenire da altri cervelli umani, che produrrebbero una specie di fastidioso effetto perturbativo. Ci accorgeremmo, probabilmente, della natura aliena di certi segnali, solo andando ad analizzare in maniera profonda la struttura dei messaggi ricevuti e soprattutto la loro intenzionalità. In tal caso, sappiamo che sarebbero sicuramente molto ben studiati e codificati. Dunque, in questa maniera noi andremmo a cercare l'evidenza di intelligenze extraterrestri, studiando e spulciando in maniera certosina il tracciato elettro-encefalografìco del nostro stesso cervello!
Non ci sono comunque dubbi che sarebbe più facile intercettare informazione entangled proveniente da civiltà avanzatissime, in grado di far risaltare un segnale dal rumore di fondo. E queste civiltà potrebbero aver sviluppato le tecniche per generare e mantenere il meccanismo dell'entanglement tra esseri viventi nell'Universo.
Questi esperimenti ci dimostrano che se è possibile verificare uno stato di entanglement a distanza tra cellule neurali o persone umane, è in linea di principio possibile ottenere lo stesso risultato tra cervelli tra loro separati da un oceano di anni luce. Questa possibilità ha una sua ragione di essere, in base all'assunzione cosmologica (prima trattata), che al momento del Big Bang tutte le particelle dell'universo dovevano essere tra loro entangled e che a certi livelli - come ad esempio il DNA o i microtubuli dei neuroni - questi stati di entanglement siano rimasti inalterati. Occorre solo risvegliarli in qualche modo, utilizzando tecnologie e strategie molto raffinate. Fred Thaheld ritiene che questa non solo sia una via percorribile, ma anche una via molto più sensata di quella percorsa dal SETI tradizionale: così ha messo a punto un progetto estremamente raffinato, che lui chiama "non-località astrobiologica" (o "bio-astro-entanglement). Thaheld ritiene inoltre che se ci poniamo in condizione di ricevere segnali del genere, non è detto che quello che riceveremmo debba provenire per forza da civiltà necessariamente più evolute della nostra. Se lo "entanglement neurale" è un fenomeno diffuso nell'universo, anche creature inferiori sarebbero in grado di inviare a caso e involontariamente segnali non-locali; al punto tale che l'universo sarebbe costellato di segnali del genere, che andrebbero a costituire una enorme e caotica foresta di "rumore", entro il quale noi dovremmo riuscire a spulciare svariati segnali che si intersecano tra loro. Al contrario, creature più avanzate di noi sarebbero in grado sia di inviare segnali intenzionali che di ricevere segnali dello stesso tipo, ma anche di riuscire a estrarre il segnale dal rumore cosmico di entanglement neurale di cui sopra.
Il concetto che sta alla base del progetto di ricerca di Thaheld è che noi sappiamo che eventi neurali possono dare inizio ad eventi mentali, ma allora è anche possibile che succeda il contrario e cioè che eventi mentali diano l'innesco ad eventi neurali. Noi potremmo essere costantemente bombardati - da sempre - da segnali mentali del genere, senza che ce ne accorgiamo: una specie di "emissione mentale di fondo". Del resto, anche in altri aspetti l'universo presenta radiazione di fondo (in questo caso elettromagnetica e particellare) di vario tipo, rappresentata da neutrini, raggi cosmici, radiazione cosmologica nelle microonde, radiazione gravitazionale. Perché non anche l'emissione mentale, visto che oggi sappiamo che il meccanismo dell'entanglement non è più una fantasia? Quindi noi ci troveremmo a essere invasi da un bagno di emissione mentale di entanglement, caratterizzata da vari gradi di complessità, che ci apparirebbe solo come rumore se noi non trovassimo dei criteri, delle strategie e delle procedure per estrarre e decodifìcare il segnale che ci interessa. Teniamo presente che si tratterebbe di una caotica sovrapposizione di informazione entangled proveniente da un numero spropositato di sorgenti di vario tipo, che possono essere in larga parte non intenzionali (le civiltà meno avanzate o primitive) e in piccola parte intenzionali (le civiltà più avanzate).
Ma come procederemmo per cercare di agganciare almeno uno di questi messaggi mentali? Secondo Thaheld, dovremmo monitorare attentamente il tracciato cerebrale EEG nostro, quello che proviene dal nostro cervello, per verificare se segnali particolari si sovrappongono al normale tracciato, che di per sé è già molto caotico. Ovviamente occorrerebbe effettuare un lavoro enorme di filtraggio, e soprattutto coadiuvati da procedure algoritmiche completamente informatizzate. E anche se riuscissimo a rilevare "segnali esterni" questi potrebbero anche provenire da altri cervelli umani, che produrrebbero una specie di fastidioso effetto perturbativo. Ci accorgeremmo, probabilmente, della natura aliena di certi segnali, solo andando ad analizzare in maniera profonda la struttura dei messaggi ricevuti e soprattutto la loro intenzionalità. In tal caso, sappiamo che sarebbero sicuramente molto ben studiati e codificati. Dunque, in questa maniera noi andremmo a cercare l'evidenza di intelligenze extraterrestri, studiando e spulciando in maniera certosina il tracciato elettro-encefalografìco del nostro stesso cervello!
Non ci sono comunque dubbi che sarebbe più facile intercettare informazione entangled proveniente da civiltà avanzatissime, in grado di far risaltare un segnale dal rumore di fondo. E queste civiltà potrebbero aver sviluppato le tecniche per generare e mantenere il meccanismo dell'entanglement tra esseri viventi nell'Universo.
Ma oltre a ricevere messaggi, noi potremmo anche tentare di inviarne dei nostri, utilizzando esattamente la stessa tecnica utilizzata dai ricercatori milanesi con le cellule neurali in uno dei contenitori. Senza bisogno di usare il cervello di un essere vivente, potremmo utilizzare un contenitore di cellule neurali e stimolarlo con impulsi laser o magnetici, modulati in maniera intelligente al fine di inviare segnali ben codificati. Se invece non lavorassimo in trasmissione, ma in ricezione, oppure volessimo tentare di trovare una risposta al nostro messaggio, allora noi ci limiteremmo a osservare e a registrare semplicemente che tipo di attività elettrica emerge dal contenitore di cellule neurali. Poi, aspetteremmo alcune ore o alcuni giorni, per vedere se le cellule sviluppino attività elettrica di un qualche tipo, la registreremmo e la analizzeremmo, utilizzando algoritmi molto sofisticati per l'analisi del segnale; un tipo di algoritmo in grado anche di eliminare il "rumore elettrico" di fondo del cervello, al fine di permettere di far emergere il segnale forte e chiaro. Ci aspetteremmo segnali di carattere ripetitivo e con un pattern intelligente ben riconoscibile e confrontabile con i nostri modelli teorici. Questo sarebbe il criterio che ci permetterebbe di indirizzare la nostra interpretazione in direzione di un reale segnale alieno, riuscendo a discernere il segnale reale dall'enorme quantità di rumore di fondo. Inoltre è altamente improbabile che qui sulla Terra qualcuno sia in grado di inviare segnali del genere. Questa tecnica di analisi del segnale sarebbe sostanzialmente identica a quella utilizzata dal SETI standard; l'unica fondamentale differenza è che ci aspetteremmo di ricevere e trasmettere segnali in maniera istantanea! Per quanto questo sia un progetto che richieda un buon numero di risorse economiche e tecnologiche per essere realizzato, l'idea non è affatto peregrina dal punto di vista scientifico.
Ovviamente, quando saremo sufficientemente maturi, al posto di contenitori di cellule neurali utilizzeremmo il cervello umano direttamente. Forse tra 100 anni, o forse meno, riusciremo a fare tutto questo. Già oggi siamo in grado di stilare un progetto realistico di massima, e anche di tentare i primi esperimenti. In fondo per partire ci basta utilizzare sofisticati sistemi EEG di acquisizione dei dati unitamente a un potente algoritmo di analisi del segnale, in maniera tale che possiamo subito iniziare a monitorare sia cellule neurali che cervelli di persone, con o senza stimolazioni esterne.
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