Il neonato inizia la
respirazione polmonare non appena viene tagliato il cordone ombelicale, da quel
momento l’atto del respirare diviene prioritario sino al momento in cui si
esala l’ultimo respiro. La respirazione è quindi fondamentale per la nostra
sopravvivenza, ma ci sono differenti modi per esercitare questa funzione
importantissima. A questo punto però sorge una domanda: “ cosa respiriamo”?
Scientificamente
possiamo rispondere a questo quesito con questi (sterili) dati; il 21% Ossigeno, il 78% di Azoto, lo 0%
di anidride carbonica ed inoltre argo, monossido di carbonio, metano, ossido di
diazoto, neon, cripto e xeno.
Come contraltare alla scienza esistono varie interpretazioni mistiche che
vedono il respiro come apportatore di una sostanza “arcana” chiamata dagli
Induisti Prana, che in sanscrito significa
letteralmente vita e spirito o anche respiro, e servirebbe all’equilibrio psicofisico ed emotivo
dell’uomo, Pneuma o Archè nella filosofia presocratica che acquisisce il
significato connesso alla vita ed anche anima e principio originario, e nella
filosofia stoica prende il significato di spirito che vivifica. Ma anche nella
mistica ebraica troviamo il medesimo principio che prende il nome di Ruach, ed
è assimilato direttamente allo Spirito Santo.
E’ però nell’Induismo che troviamo un vero e proprio insegnamento su come
si deve respirare e prende il nome di Prānāyāma.
Questo sistema basato sul respiro è il quarto stadio dello Yoga e
servirebbe a controllare la mente attraverso l’atto della respirazione, assieme
al Pratyahara (ritiro della mente dagli oggetti dei sensi) è considerata una
vera e propria ricerca interiore.
Pranayama è una parola formata da Prana (l’abbiamo visto sopra) e Ayama
(lunghezza, controllo, espansione).
Anche nelle successive elaborazioni cinesi, ad esempio il Baduanjin e dopo
ancora giapponesi (vedi Hachi kinran) potremo vedere esercizi basati su gestualità
accompagnate alla giusta respirazione, proprio per una ottimizzazione della
gestione dell’Energia Vitale. Questi argomenti saranno comunque trattati
successivamente per non introdurre troppi dati e non rendere questo articolo
ridondante.
E’ necessario a questo punto fare un piccolo esercizio di consapevolezza:
Fermatevi un momento ed osservatevi mentre respirate; fate respiri profondi e
accentuati o respirate fievolmente e in modo incompleto? Ebbene, sappiate che
una grande percentuale di persone non respira in maniera corretta! Addirittura il premio nobel per la
medicina Otto
Heinrich Warburg nel
1933 ha ipotizzato che la vera causa del cancro si
può imputare alla carenza di ossigeno, ovviamente
la sua teoria (chiamata Effetto Warburg) venne ritenuta superata allorquando
Alfred George Knudson sviluppò la sua Teoria (Teoria di Knudson) che attribuì
la colpa ad un accumulo di mutazioni del DNA cellulare.
Ma cosa
significa che in genere respiriamo male? Ebbene, l'errore più comune che
facciamo quasi tutti è la respirazione
toracica.
Se provate a respirare, vi accorgerete che gonfiate o la
pancia o il torace
Se avete notato che si gonfia l’addome la vostra respirazione è corretta
almeno da questo punto di vista. Se invece è stato il torace a gonfiarsi
respirate male. E’ necessario sapere che durante la respirazione i polmoni sono
passivi sono i muscoli incaricati per la respirazione che
svolgono il lavoro di riempire e vuotare i vostri polmoni e questi sono i
muscoli intercostali, toracici, addominali e il più importante fra tutti sono
quelli diaframmatici! Sarà quindi necessario imparare a cambiare consapevolmente la
meccanica respiratoria, ad esempio attraverso esercizi di Kokyû Hô (Esercizi di
respirazione per l’aumento del Ki) dove la respirazione è unita ad una
specifica gestualità.
I vantaggi e i miglioramenti sono straordinari; attraverso
l'assorbimento
di una maggiore quantità di ossigeno, si favorisce una migliore
ossigenazione del intero organismo e non solo, infatti l'uso corretto del
diaframma nella respirazione permette una migliore
digestione, una maggiore circolazione del sangue e
vascolarizzazione (fino alla microcircolazione, quindi a livello del derma, ed
è anche responsabile dell'attivazione ed il sostenimento del sistema linfatico.
Pensate alla vita frenetica di un bambino di pochi
anni, ha la possibilità di giocare,
urlare e muoversi per tempi prolungatissimi grazie proprio alla respirazione
ventrale, e pensate che è proprio con l’adolescenza, quando il centro della
respirazione si sposta al torace (l’espansione del torace è atteggiamento
inconscio di virilità), proprio li inizia respirazione toracica e tutti i
problemi ad essa connessi, e questo
comporta un’ossigenazione minima di tutte le cellule. La scarsa aria inspirata
raggiunge raramente la base dei polmoni – che è la parte più ampia – dove
avviene lo scambio gassoso, se l’apporto di ossigeno è molto scarso, anche
l’energia e la vitalità saranno compromesse e tutto questo a scapito della
produttività.
Ma anche la
psiche influisce e ed è connessa alla respirazione! Pensate ai diversi modi di
respirare rapportate alle emozioni di rabbia, paura, dolore, gioia… ad esempio,
se osserviamo una persona depressa, possiamo notare che in essa i movimenti
respiratori sono appena evidenti. Il torace non sembra nemmeno sollevarsi; e
sembra che possa vivere con “un filo d’aria”. Anche in persone gravemente
stressate si può notare la medesima errata respirazione, infatti per non
soffrire, cercano di interrompere il flusso degli input emotivi dolorosi
attraverso una limitazione nell’inspirazione, come se riducendo il flusso
dell’aria immessa si riducesse anche il rischio di immettere dolore o disagio. Purtroppo
questo modello respiratorio diventa abituale in queste persone creando così un
circolo vizioso.
Concludo
questo articolo con un piccolo esercizio per eliminare gli stati d’ansia
chiamato “Quadruplice respiro”.
Seduti su
una sedia con le mani appoggiate sulle ginocchia (Posizione del Faraone),
tenendo gli occhi chiusi, dovete rilassare la muscolatura e ridurre
l’attenzione verso gli stimoli esterni concentrandovi sulla respirazione.
Questa ha quattro fasi:
1. Svuotate completamente i
polmoni e trattenete il respiro contando sino a quattro.
2. Inspirate contando sino
a quattro in modo da sentirvi pieni di aria.
3. Trattenete l’aria nei
polmoni contando sino a quattro.
4. Esalate contando sino a
quattro finché i polmoni non saranno nuovamente vuoti. Questo esercizio vi
aiuterà a rilassarvi e a raggiungere la quiete mentale, questa respirazione
verrà utilizzata anche per altri esercizi quindi ricordatevela bene! E’
semplice ed immediata da ricordare!
Iniziazione all’Alta Magia – J. Sabellicus Ed.
Mediterranee
Pranayama, la dinamica del respiro – A. Van Lysebeth
Ed. Astrolabio
Dispense private sulle Kokyû Hô della Kuro Kumo Ryu
Ninjutsu
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