Albert
Einstein diceva “Se volete che vostro figlio sia intelligente, raccontategli
delle fiabe; se volete che sia molto intelligente, raccontategliene di
più", questo è un chiaro esempio del rapporto di causa ed effetto che ha
come soggetto la comunicazione.
Del
valore comunicativo ed educativo della fiaba ne parla Bruno Bettelheim
nel suo libro “Il mondo incantato” la
funzione educativa della fiaba viene di solito intesa come un metodo di guida,
un'attività "che modella, che forma, che plasma" (a
detta di John Dewey - Democrazia e
Educazione, Firenze, La Nuova Italia, 2000),
impiegata per la formazione del pensiero umano: implica non solo una funzione
formativa ma anche informativa.
Il dialogo è
la sua espressione più immediata, è il primo esempio di “entanglement
karmico” che unisce due (o più persone).
L'entanglement
quantistico o correlazione quantistica è
un fenomeno quantistico, privo di
analogo classico, per cui in
determinate condizioni lo stato
quantico di un sistema non può essere descritto
singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più sistemi. Da ciò consegue che la
misura di un'osservabile di uno
determina istantaneamente il valore anche per gli altri, Ciò
comporta che il valore misurato per una particella di una proprietà definita
dell'insieme influenzi istantaneamente il corrispondente valore dell'altra
(Fonte wiki)
Pierino è in sala davanti alla televisione, sta
giocando ad un videogioco, è assolutamente intento a distruggere tutte le
astronavi che, minacciose, stanno attaccando la base spaziale, in cucina la
mamma, con le mani completamente piene di farina è alle prese con l’immondizia
piena. “Pierinooooo vieni per favore! Prendi la spazzatura e valla gettare”!
Pierino mette in pausa il gioco stizzito e grida “Arrivo cheppalleeeee”!!! Ecco
come un’informazione che parte dalla mamma ed arriva a Pierino porta “come nel
caso dei pacchetti d’onda meccanico quantistici” l’emozione della irritazione.
Il dialogo, il cui termine greco (dia – attraverso e logos discorso,
verbo) esprime proprio la sua funzione di trasmissione di concetti e dati, i
quali suscitano meccanicamente, attraverso un processo di “interfacciamento”, o
emozioni o un arricchimento nozionistico.
Possiamo quindi affermare che il dialogo è nel primo
caso (quello che suscita emozioni) “Uno
scambio di energie emozionali che possono causare empatia o divisione, in
entrambi i casi con conseguenti effetti karmici”, mentre nel secondo caso,
ovvero una ricezione di dati, con l’effetto di arricchimento nozionistico, si
raffigura una attività di tipo cognitivo.
L'attività cognitiva è un processo di trasformazione di una informazione determinato dai
modi in cui l'individuo rappresenta e trasforma l'informazione stessa,
"metacognitiva" si dice della conoscenza che un individuo ha dei propri mezzi cognitivi (memoria, attenzione, comprensione, interfacce “software” tra la persona ricevente ed il circostante) e delle modalità per usarli e controllarli. I processi metacognitivi giocano un ruolo fondamentale nella capacità dell'individuo di accedere alle conoscenze di cui dispone perché favoriscono il transfer dell'apprendimento, cioè l'effetto di un apprendimento su un apprendimento successivo: "apprendere ad apprendere".
"metacognitiva" si dice della conoscenza che un individuo ha dei propri mezzi cognitivi (memoria, attenzione, comprensione, interfacce “software” tra la persona ricevente ed il circostante) e delle modalità per usarli e controllarli. I processi metacognitivi giocano un ruolo fondamentale nella capacità dell'individuo di accedere alle conoscenze di cui dispone perché favoriscono il transfer dell'apprendimento, cioè l'effetto di un apprendimento su un apprendimento successivo: "apprendere ad apprendere".
(L’espressione "apprendere ad
apprendere" viene generalmente usata per indicare l'acquisizione di un
metodo, e viene usata anche in riferimento a quel genere di apprendimento che,
pur concretizzandosi in un 'oggetto' facilmente descrivibile nei suoi contorni,
apre allo stesso tempo a un secondo
apprendimento - nuovo o di livello differente. In altre parole, l’apprendere ad
apprendere va oltre l'oggetto che ha
generato una specifica abilità (cognitiva, strumentale ecc.) e oltre la
circostanza della sua acquisizione. (Da “Apprendere ad apprendere” di Rosalba Conserva).
Questi
argomenti basati sull’importanza della comunicazione per l’apprendimento però
sono meno importanti dell’effetto che la comunicazione ed il dialogo suscitano
nella sfera emozionale.
Quando un
dialogo porta ad uno scontro verbale ha “innestato” in se il seme
dell’intolleranza e della volontà egoica del prevalere, tutto questo crea una
serie di effetti, la maggior parte di volte negativi, che trascinano gli interlocutori, divenuti
nel frattempo “duellanti” verso uno scontro acre e distruttivo.
L’amara
considerazione è che forse in pochi capiscono che il rapporto interpersonale ed
i dialoghi che intercorrono tra gli individui, sono il preludio di cause in cui
se ne sottovalutano gli effetti, il cui, tra i minori, c’è l’angoscia, la
rabbia, il rimuginio e il rancore.
Ma anche da
un punto di vista esoterico il dialogo (prendendo in considerazione il “logos”)
possiede una interpretazione, in un articolo precedente ho già parlato degli
effetti che hanno le vibrazioni della voce sull’acqua e sulle piante, quindi
non tornerò sull’argomento, ma ricordo quanto sia sgradevole ricevere un
insulto o un atteggiamento aggressivo, che provoca tutta una serie di riverberi
emozionali interiori, tutti negativi.
Impariamo
quindi ad avere un atteggiamento collaborativo e trasmettiamo, con
consapevolezza e senza più fraintendimenti, comprensione e disponibilità, sarà
un primo passo per ottenere equilibrio interiore, collaborazione e tolleranza.
Un interessante e particolare
risvolto nella comunicazione si
trova nel Paradosso di Epimenide, se l’enunciato è falso, allora non è vero
‘che è falso’ ; quindi sarà vero ; ma se è vero, allora è vero ‘che è
falso’ ; quindi....si può proseguire all’infinito senza mai trovare una
conclusione convincente .
E’ vero se è falso, e
viceversa. Questo enunciato viola la suddivisione degli enunciati in veri e
falsi, ed è la stessa politica adottata da chi pilota le informazioni che
girano negli ambienti “complottisti” dove gli stessi “poteri forti” che questi divulgatori
inconsapevoli trasmettono viralmente, danno un input falsato, contraddittorio,
che mescola un po’ di verità con molta fantasia. Negli ambienti ufologici
questa azione viene compiuta da “Agenti del discredito ” il cui scopo è proprio
lo screditare (debunking) attraverso notizie palesemente false, avvenimenti
realmente inspiegabili. Inutile dire che anche nelle strategie militari,
esistevano questi tipi di azioni mistificatorie, ma per questo rimando al mio
articolo precedente… Quindi non fatevi ingannare, non cedete allo sconforto
prodotto da certe notizie bufala, fate una scelta coerente di ciò che sono le
informazioni che leggete e cancellate tutte le fonti bufala, vivrete più
serenamente.
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