Il volto deformato in una smorfia animalesca, occhi
sporgenti che sembrano voler uscire dalle orbite, parole che escono come un
fiume ribollente di lava, gesti senza controllo che fanno sembrare burattini scoordinati.
Dignità azzerata mentre, durante la perdita di controllo, le persone, all’esterno
della vostra mente, osservano con espressione di compassione o durezza.
A volte la perdita di controllo fa infrangere cose, rovina rapporti
affettivi o di amicizia, prigionieri di una emotività incontrollata.
Pensate a quanti omicidi dovuti a queste smarrimenti di
controllo, o a causa di “possessione” della rabbia, la cronaca è piena di casi
simili, ricordate la Strage di Erba con protagonisti Rosa Bazzi e Olindo
Romano? Furono uccisi a colpi di coltello e spranghe Raffaella
Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa
Valeria Cherubini con il suo cane. Il marito Mario Frigerio, presente sul
luogo, si è salvato perché creduto morto dagli assalitori. Dopo la strage,
l'appartamento fu incendiato, persino il cane non sopravvisse…
La signora Raffaella Castagna (trent'anni) è stata
aggredita e colpita ripetutamente con una spranga (causa del decesso una frattura
cranica), accoltellata (12 fendenti) e poi sgozzata.
Paola Galli (60 anni), casalinga, madre di Raffaella, colpita
da coltellate e sprangate (causa del decesso una frattura cranica).
Valeria Cherubini (cinquantacinquenne e moglie di Mario
Frigerio), commessa, accorsa al piano inferiore per prestare aiuto in quanto
attirata dal fumo che usciva dall'appartamento. Valeria (come il marito
sopravvissuto) è stata aggredita sulle scale (secondo la tesi accusatoria, ma
finita in casa, secondo la tesi difensiva) con un'arma da punta e taglio,
gravemente ferita dopo una colluttazione con il suo/suoi aggressore/i (subendo
34 coltellate e 8 sprangate).
Youssef,
un bambino di due anni e tre mesi, figlio di Raffaella, ucciso con un
unico colpo alla gola che ha reciso l'arteria carotidea.
Più
di recente le cronache riportano il delitto di Avetrana, un caso di omicidio avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana (TA) a danno della quindicenne Sarah Scazzi, presumibilmente
uccisa dalla cugina con la complicità della zia tramite strangolamento (gli
occhi si gonfiano e si coprono di macchie definite petecchiali).
Ma
potrei citare anche il delitto di Cogne dove la madre, (presunta assassina)
avrebbe fracassato il cranio del figlio con un corpo acuminato e pesante,
spargendo frammenti di materia cerebrale sin sul soffitto, o il delitto di Novi
ligure dove due ragazzi, Erika De Nardo e Mauro "Omar" Favaro avrebbero
ucciso a colpi di coltello la madre di lei (40 le coltellate inflitte alla donna)
ed il fratellino undicenne (57 coltellate), Scrivono ancora i giudici:
"due omicidi che per efferatezza, per il contesto, per la personalità
degli autori e per l'apparente assenza di un comprensibile movente si pongono
come uno degli episodi più drammaticamente inquietanti della storia giudiziaria
del nostro paese.
Spesso gli omicidi
sopra citati sono frutto di frustrazione, di attacchi di rabbia, di odio
represso, di insoddisfazione continua, questa è la causa scatenante di questi efferati delitti, ormai è sotto i nostri
occhi l’aumento degli omicidi anche per futili motivi.
Ritengo sia lecito
quindi parlare di sottomissione della ragione da parte della rabbia
incontrollata, e tutto per desideri irrealizzati, desiderio del possesso
frustrato (vedi il caso di Pietro Maso che ha ucciso i genitori con la
complicità di un paio di amici a colpi di pentola e spranghe di ferro) o di
frustrazione della libertà delle proprie azioni (vedi il caso della povera
Melania Rea uccisa dal marito Salvatore Parolisi
che l’ha uccisa durante una "esplosione di ira" nata in un litigio
"tra i due" e dovuta alla "conclamata infedeltà coniugale"
dell'uomo).
A
volte mi chiedo cosa possa accadere nella mente di una persona che uccide, mi
chiedo come possa accadere che una persona sia in grado di uccidere un proprio
simile, quale meccanismo scatti per osservare la vita dell’aggredito che
scivola via, colpito a morte, il sangue, e nei casi più disumani interiora o
brandelli che schizzano intorno…
Come nel delitto di Garlasco dove appena entrato, l’omicida
ha colpito al volto la vittima, due volte, con un oggetto di metallo simile a
un martello o a una picozza (l’arma del delitto non è stata trovata). Quando
Chiara è caduta a terra, sono arrivati i due colpi mortali alla testa e alla
nuca. Nell’estremo tentativo di fuga la ragazza è riuscita solo a trascinarsi
fino alla scala della taverna, da cui è caduta. Lì sotto è stato trovato il suo
corpo senza vita, il sangue che tracciava le traiettorie della violenza dei
colpi.
Ma cosa avviene nel corpo umano quando è preda della rabbia?
la produzione di testosterone, la tensione
arteriosa la frequenza
cardiaca aumentano e il cortisolo (l’ormone dello stress)
diminuisce, l’emisfero sinistro del cervello diventa più stimolato.
Gli eventi karmici generano emozioni che
producono importanti mutamenti nel sistema nervoso autonomo (SNA), che
controlla la risposta cardiovascolare, e anche nel sistema endocrino. L’attività
cerebrale varia soprattutto nei lobi frontale e temporale.
la rabbia provoca profondi
cambiamenti nello stato d’animo delle persone e in diversi parametri
psicobiologici. Vi è un aumento della frequenza
cardiaca, della tensione arteriosa e del testosterone,
ma diminuisce il livello di cortisolo. Tuttavia, concentrandosi
sull’attività cerebrale asimmetrica del lobo frontale che si verifica quando si
vivono emozioni, ci sono due modelli che contraddicono il caso della rabbia.
Il primo modello, di valenza
emozionale, suggerisce che la regione frontale sinistra del
cervello è coinvolta nello sperimentare emozioni positive, mentre la
destra è più legata alle emozioni negative. Il secondo modello, di direzione
motivazionale, mostra che la regione frontale sinistra è coinvolta
nel provare emozioni legate alla vicinanza, mentre la destra è associata con le
emozioni che provocano il ritiro.
Sembra quasi la versione
cattolica dell’angelo custode e del diavolo tentatore.
Sta a noi cercare il metodo
giusto per ridurre e tenere sotto controllo questa caratteristica emozionale
umana che può trasformarci da persone ordinarie a violenti ( o assassini) nel
giro di pochi istanti, esistono molte terapie, ma quella che consiglio (che è
anche fonte dei miei studi) è agire sui livelli endocrini attraverso la
meditazione (Mokuso) e la respirazione unita alla gestualità (Hachi Kinran) per
gestire questi ultimi, in modo da evitare scompensi emozionali e trovare la
serenità delle azioni, per gestire consapevolmente il rapporto tra cause ed
effetti, come insegna la Karmanautica.
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