giovedì 11 giugno 2015

Quarta Lezione di Karmanautica - Siamo ciò che facciamo - Rapporti tra il karma ed il vostro corpo

Noi tutti siamo dei produttori di karma, dalla nascita dell’uno dallo zero, il meccanismo karmico multiversale ha iniziato il suo corso, il prima e il dopo della sua creazione fa si che il fattore tempo abbia agito contemporaneamente e retroattivamente. Possiamo subito notare di come simultaneamente coesistano più karma che hanno origine nel passato, un esempio concreto è la concomitanza della nostra esistenza (karma presente) che ha avuto origine al momento del concepimento (karma passato). Il Velo di Maya, (il Velo dell’Illusione) è proprio il prodotto dell’intreccio di più karma prodotti nel passato e che hanno creato il presente e che stanno creando proprio ora  il futuro in una “ragnatela karmica” i cui fili sono talmente lontani e sconosciuti da sembrare inesistenti, invece, al contrario esistono ed agiscono a insaputa di chi ancora dorme nell’inconsapevolezza. Ma cos’è il karma? La parola sanscrita karma deriva dalla radice “kr”, che significa “agire”, “fare”, da cui deriva il latino e l'italiano “creare”. Karma significa quindi agire, fare,   (Grazie wiki)

Ma il Karma creando lascia una traccia residua, e come una lumaca muovendosi lascia una secrezione che ne rivela il passaggio, ogni azione nasce da una intenzione, e pur essendo  momentanea, lascia sempre nella coscienza una traccia karmica chiamata “impronta”, “impregnazione karmica” o “residuo”, equivalente ad un seme che contiene in se l'informazione per svilupparsi in pianta adulta. Vediamo quindi come ogni azione celi in se meriti o colpe, e sono proprio queste impronte o residui karmici che andrebbero a creare quella “pesantezza karmico/animica” che renderebbe la nostra anima “pesante” al punto da rimanere ancorata (vedi il concetto di “ancoraggi karmici”) alla materialità e rendendole impossibile l’uscita dal Samsara (ciclo delle morti e delle rinascite, concetto legato alla reincarnazione come espiazione delle colpe accumulatesi durante “le vite” passate). Ricordate il tragitto dell’acqua nel suo ciclico divenire? Così come l’acqua si riduce per effetto del sole in vapore acqueo e ritorna acqua sottoforma di pioggia, così la vostra anima, a causa del suo “attaccamento” alla materialità, una volta lasciato il corpo fisico, ricerca la raffinazione attraverso un nuovo salto quantico/karmico. Ne consegue la necessità di conoscere i propri vizi comportamentali per non esserne schiavi e raccogliere la forza interiore per trasmutarli in pregi e attraverso la Karmanautica, saper gestire l’emotività per non lasciare tracce karmiche al proprio passaggio…
Anche la Medicina Psicosomatica può confermare quanto la presenza degli Eventi Karmici Negativi (EKN), così come la personalità, influiscano sull’aspetto e sulla postura; un esempio? I dolori fisici come segnali del corpo. Vediamo alcune “zone target”.
La Cervicale: chi soffre ripetutamente di questo particolare dolore tende ad essere dominato da un'attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione. Segnali, questi, che rivelano una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a un eccessivo dominio del "mondo" della testa (razionale) sugli istinti.
Il polso: più di altre articolazioni, è coinvolto nei rapporti interpersonali (dare la mano) e denota l'equilibrio tra rigidità e flessibilità.
La Tachicardia. E' un'improvvisa accelerazione del ritmo cardiaco: emozioni che in qualche modo cercano di emergere di esprimersi, in pratica risalire a galla.
La Gastrite (infiammazione della mucosa dello stomaco): collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Il famoso "bruciore allo stomaco" parla della presenza di un fuoco che brucia all'interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione (rabbia inespressa).
Per avere una maggior numero di informazioni in merito cito la fonte da cui ho tratto solo poche patologie di origine psicosomatica (da psiche – mente e soma – corpo, branca della medicina ufficiale – chiaramente presa pochissimo in considerazione in quanto cerca di guarire il corpo partendo dalle cause emotive, quindi trattando il paziente come persona e non come patologia).
Secondo la Medicina Psicosomatica infatti “la malattia nasce dal rapporto dell'individuo col suo ambiente,(1) per cui vengono presi in considerazione tanto l'aspetto psicologico che gli aspetti ambientali. La medicina psicosomatica afferma, dunque, che l'emozione è spesso determinante nell'eziologia della malattia (2). Tuttavia, è bene ricordare che una particolare situazione ha un preciso significato in ciascun individuo in funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo psicologico (3) (rapporto cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva). Se l'espressione motoria (verbale dell'aggressività o dell'angoscia) è ostacolata (bloccata), le scariche del sistema nervoso centrale verranno orientate verso il sistema vegetativo provocando disturbi patologici nella funzionalità degli organi (caratteristica presente nei depressi)”(4).

Potrei affermare, con una vena di umorismo che la Medicina Psicosomatica potrebbe considerarsi una Medicina Karmica in quanto, prendendo in esame i punti numerati: 
(    1)    L’ambiente è un luogo predestinato karmicamente e fonte esso stesso di nodi karmici, eventi karmici ed aggregati karmici causati nel medesimo contesto.
(     2)    L’emozione, vista come eziologia della malattia, è l’effetto di una causa (ricordate il karma come rapporto tra causa ed effetto?), quindi il karma è l’origine delle vostre emozioni.
(     3)    “individuo in funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo psicologico”, questa frase cela al  proprio interno concetti legati al karma quali “vissuto”, “storia” e “sviluppo” (sviluppo visto proprio come prodotto di entrambi i fattori).
(     4)    In questa fase descritta possiamo notare come gli eventi karmici agiscano sul corpo attraverso la mente.Per entrare nel dettaglio di un Evento Karmico Negativo (EKN) devo necessariamente citare dalla Medicina Psicosomatica con l’esempio dell’evento stressorio cercando di essere il più stringato possibile.
Dato un evento che definisco “stressor” il nostro sistema endocrino manda le risposte necessarie al nostro corpo per fronteggiare l’evento.
Per entrare nel dettaglio di un Evento Karmico Negativo (EKN) devo necessariamente citare dalla Medicina Psicosomatica con l’esempio dell’evento stressorio cercando di essere il più stringato possibile.
Dato un evento che definisco “stressor” il nostro sistema endocrino manda le risposte necessarie al nostro corpo per fronteggiare l’evento.
1)      Siamo tranquilli, è una bella giornata di sole (Stato trofotropico) Valori biologici standard
2    2)      Apriamo la buchetta delle lettere e scorgiamo una cartolina che sembra essere di equitalia (Stato ergotropico), i nostri valori biologici hanno un picco con l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, aumento della pressione arteriosa, aumento della secrezione delle ghiandole sudoripare, aumento della dilatazione pupillare (effetto binoculare), aumento delle secrezioni gastriche e desincronizzazione dell’attività elettrica dell’encefalo.
      Il perdurare dello stato ergotropico crea stati ossessivo compulsivi, paranoie, manie, aberrazioni mentali, manie di persecuzione, alterazioni tra il rapporto del mondo esterno e di come lo si percepisce, sta proprio allo Psicologo abilitato alla Medicina Psicosomatica dirimere tutti i Nodi Karmici (NK) che la mente, sollecitata dall’Habitat sociale, ha creato.
      

      In questa quarta lezione ho voluto evidenziare come il vostro karma influenzi il vostro corpo e la vostra mente (e per chi ci crede – ma vi consiglio di crederci – alla vostra anima).
Ma come agisce il Karmanauta nei confronti di quelle “cause scatenanti” (EKN) che perturberebbero il vostro “stato trofotropico”?


Come un Ninja, attraverso il concetto del Banpen Fugyô (non lasciare che nemmeno diecimila cambiamenti turbino il tuo spirito) e quello dello Yoyu (l’importanza di preservare lo stato di calma e tranquillità, il controllare le emozioni e le sensazioni negative che fanno perdere la lucidità e la corretta visione dell’insieme) riesce a ovviare le complicazioni create dalle sue azioni, sapendo gestire il rapporto tra azione e reazione, così il Karmanauta impara a governare le proprie azioni minimizzando il karma negativo ed ottimizzando il karma positivo (il che significa tranquillità attiva e serenità).
Inoltre, attraverso una pratica di meditazione attiva interverrebbe direttamente sul sistema endocrino inibendo i picchi emozionali negativi, ma questo sarà il tema di una prossima lezione…

  


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