Noi
tutti siamo dei produttori di karma, dalla nascita dell’uno dallo zero, il
meccanismo karmico multiversale ha iniziato il suo corso, il prima e il dopo
della sua creazione fa si che il fattore tempo abbia agito contemporaneamente e
retroattivamente. Possiamo subito notare di come simultaneamente coesistano più
karma che hanno origine nel passato, un esempio concreto è la concomitanza
della nostra esistenza (karma presente) che ha avuto origine al momento del
concepimento (karma passato). Il Velo di Maya, (il Velo dell’Illusione) è
proprio il prodotto dell’intreccio di più karma prodotti nel passato e che
hanno creato il presente e che stanno creando proprio ora il futuro in una “ragnatela karmica” i cui
fili sono talmente lontani e sconosciuti da sembrare inesistenti, invece, al
contrario esistono ed agiscono a insaputa di chi ancora dorme
nell’inconsapevolezza. Ma cos’è il karma? La parola sanscrita karma deriva
dalla radice “kr”, che significa “agire”, “fare”, da cui deriva il latino e
l'italiano “creare”. Karma significa quindi agire, fare, “ (Grazie wiki)
Ma il Karma creando lascia una traccia residua, e come una
lumaca muovendosi lascia una secrezione che ne rivela il passaggio, ogni azione
nasce da una intenzione, e pur essendo
momentanea, lascia sempre nella coscienza una traccia karmica chiamata
“impronta”, “impregnazione karmica” o “residuo”, equivalente ad un seme che
contiene in se l'informazione per svilupparsi in pianta adulta. Vediamo quindi
come ogni azione celi in se meriti o colpe, e sono proprio queste impronte o
residui karmici che andrebbero a creare quella “pesantezza karmico/animica” che
renderebbe la nostra anima “pesante” al punto da rimanere ancorata (vedi il
concetto di “ancoraggi karmici”) alla materialità e rendendole impossibile
l’uscita dal Samsara (ciclo delle morti e delle rinascite, concetto legato alla
reincarnazione come espiazione delle colpe accumulatesi durante “le vite”
passate). Ricordate il tragitto dell’acqua nel suo ciclico divenire? Così come
l’acqua si riduce per effetto del sole in vapore acqueo e ritorna acqua
sottoforma di pioggia, così la vostra anima, a causa del suo “attaccamento”
alla materialità, una volta lasciato il corpo fisico, ricerca la raffinazione
attraverso un nuovo salto quantico/karmico. Ne consegue la necessità di conoscere
i propri vizi comportamentali per non esserne schiavi e raccogliere la forza
interiore per trasmutarli in pregi e attraverso la Karmanautica, saper gestire
l’emotività per non lasciare tracce karmiche al proprio passaggio…
Anche la Medicina Psicosomatica può confermare quanto la
presenza degli Eventi Karmici Negativi (EKN), così come la personalità, influiscano
sull’aspetto e sulla postura; un esempio? I dolori fisici come segnali del
corpo. Vediamo alcune “zone target”.
La Cervicale: chi soffre ripetutamente di questo
particolare dolore tende ad essere dominato da un'attività riflessiva esagerata
e da una grande ostinazione. Segnali, questi, che rivelano una scarsa
cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi
andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a
un eccessivo dominio del "mondo" della testa (razionale) sugli
istinti.
Il polso: più di altre articolazioni, è coinvolto nei rapporti
interpersonali (dare la mano) e denota l'equilibrio tra rigidità e
flessibilità.
La Tachicardia. E' un'improvvisa accelerazione del ritmo
cardiaco: emozioni che in qualche modo cercano di emergere di esprimersi, in
pratica risalire a galla.
La Gastrite (infiammazione della mucosa dello
stomaco): collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati
per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili.
Il famoso "bruciore allo stomaco" parla della presenza di un fuoco
che brucia all'interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e
ribellione (rabbia inespressa).
Per avere una
maggior numero di informazioni in merito cito la fonte da cui ho tratto solo
poche patologie di origine psicosomatica (da psiche – mente e soma – corpo,
branca della medicina ufficiale – chiaramente presa pochissimo in
considerazione in quanto cerca di guarire il corpo partendo dalle cause
emotive, quindi trattando il paziente come persona e non come patologia).
Secondo la Medicina Psicosomatica infatti “la malattia nasce dal rapporto
dell'individuo col suo ambiente,(1) per cui vengono presi in considerazione
tanto l'aspetto psicologico che gli aspetti ambientali. La medicina
psicosomatica afferma, dunque, che l'emozione è spesso determinante
nell'eziologia della malattia (2). Tuttavia, è bene ricordare che una
particolare situazione ha un preciso significato in ciascun individuo in
funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo psicologico (3)
(rapporto cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva). Se
l'espressione motoria (verbale dell'aggressività o dell'angoscia) è ostacolata
(bloccata), le scariche del sistema nervoso centrale verranno orientate verso
il sistema vegetativo provocando disturbi patologici nella funzionalità degli
organi (caratteristica presente nei depressi)”(4).
Potrei affermare, con una
vena di umorismo che la Medicina Psicosomatica potrebbe considerarsi una
Medicina Karmica in quanto, prendendo in esame i punti numerati:
( 1)
L’ambiente
è un luogo predestinato karmicamente e fonte esso stesso di nodi karmici,
eventi karmici ed aggregati karmici causati nel medesimo contesto.
( 2)
L’emozione,
vista come eziologia della malattia, è l’effetto di una causa (ricordate il
karma come rapporto tra causa ed effetto?), quindi il karma è l’origine delle
vostre emozioni.
( 3)
“individuo in funzione del suo vissuto,
della sua storia e del suo sviluppo psicologico”, questa frase cela al proprio interno concetti legati al karma
quali “vissuto”, “storia” e “sviluppo” (sviluppo visto proprio come prodotto di
entrambi i fattori).
( 4)
In
questa fase descritta possiamo notare come gli eventi karmici agiscano sul
corpo attraverso la mente. Per entrare nel dettaglio di un Evento
Karmico Negativo (EKN) devo necessariamente citare dalla Medicina Psicosomatica
con l’esempio dell’evento stressorio cercando di essere il più stringato
possibile.
Dato un evento che definisco “stressor” il
nostro sistema endocrino manda le risposte necessarie al nostro corpo per
fronteggiare l’evento.
Per entrare nel dettaglio di un Evento
Karmico Negativo (EKN) devo necessariamente citare dalla Medicina Psicosomatica
con l’esempio dell’evento stressorio cercando di essere il più stringato
possibile.
Dato un evento che definisco “stressor” il
nostro sistema endocrino manda le risposte necessarie al nostro corpo per
fronteggiare l’evento.
1)
Siamo
tranquilli, è una bella giornata di sole (Stato
trofotropico) Valori biologici standard
2 2)
Apriamo
la buchetta delle lettere e scorgiamo una cartolina che sembra essere di
equitalia (Stato ergotropico), i
nostri valori biologici hanno un picco con l’aumento della frequenza cardiaca e
respiratoria, aumento della pressione arteriosa, aumento della secrezione delle
ghiandole sudoripare, aumento della dilatazione pupillare (effetto binoculare),
aumento delle secrezioni gastriche e desincronizzazione dell’attività elettrica
dell’encefalo.
Il perdurare dello stato ergotropico crea
stati ossessivo compulsivi, paranoie, manie, aberrazioni mentali, manie di
persecuzione, alterazioni tra il rapporto del mondo esterno e di come lo si
percepisce, sta proprio allo Psicologo abilitato alla Medicina Psicosomatica
dirimere tutti i Nodi Karmici (NK) che la mente, sollecitata dall’Habitat
sociale, ha creato.
In questa quarta lezione ho voluto
evidenziare come il vostro karma influenzi il vostro corpo e la vostra mente (e
per chi ci crede – ma vi consiglio di crederci – alla vostra anima).
Ma come agisce il Karmanauta nei confronti
di quelle “cause scatenanti” (EKN) che perturberebbero il vostro “stato trofotropico”?
Come
un Ninja, attraverso il concetto del Banpen
Fugyô (non lasciare che nemmeno diecimila cambiamenti turbino il tuo
spirito) e quello dello Yoyu
(l’importanza di preservare lo stato di calma e tranquillità, il controllare le
emozioni e le sensazioni negative che fanno perdere la lucidità e la corretta
visione dell’insieme) riesce a ovviare le complicazioni create dalle sue
azioni, sapendo gestire il rapporto tra azione e reazione, così il Karmanauta
impara a governare le proprie azioni minimizzando il karma negativo ed
ottimizzando il karma positivo (il che significa tranquillità attiva e
serenità).
Inoltre, attraverso una pratica di meditazione attiva
interverrebbe direttamente sul sistema endocrino inibendo i picchi emozionali
negativi, ma questo sarà il tema di una prossima lezione…
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