giovedì 24 dicembre 2015

Karma della Terra V.S. razza umana

La nostra “astronave” Terra ha ormai compiuto il 4,6 miliardesimo compleanno di età, dall’Adeano (4600 Miliardi di anni) fino ad oggi  (siamo nel Neozoico da 2,588 milioni di anni ad oggi)  ha subito cambiamenti enormi, per lo più catastrofici, un necessario lavoro di “sgrezzatura” ed assestamento che ha portato la sua struttura a stabilizzarsi attraverso un processo sintropico. Circa 2,4 milioni di anni or sono, l’uomo,  il più pericoloso agente entropico simile ad un virus che cambierà il volto stesso della Terra, si differenzia dall’Australopiteco scivolando temporalmente verso l’homo erectus. Volgendo il suo sguardo volitivo e feroce verso il cielo sembra volerne afferrare i lembi per poterne guidare gli eventi, ma come Fetonte cade per millenni, fino a che non inizia la nostra epoca moderna.
Oggi. Il degrado, l’indifferenza, la superbia, l’egocentrismo più sfrenato e cieco guidano le azioni del virus/uomo (Homo Qualunquensis o Superficialis), collegato a tutti i suoi simili attraverso i rapporti karmici interattivi, pilota un meme gigantesco creato dall’insieme dei sopracitati vizi, una sorta di arma totale 


puntata verso il cuore stesso della nostra nave cosmica. E’ dalla rivoluzione industriale, ovvero dalla rottura con tutti i cicli interattivi naturali, che ha innescato quest’arma di distruzione, creare e distruggere, creare per distruggere, creare distruggendo e il suo motto illuministico. Il progresso ed il benessere collettivo sono solo una scusa dei pochi per ingraziarsi il consenso dei molti, e come in un “metsubushi” (letteralmente accecamento, è una strategia Ninja che prevede l’utilizzo di polveri accecanti per disorientare l’avversario)  beffardo, questo benessere scivola inesorabile in un carosello effimero ed inutile di vacuità, dove il denaro, secondo Lutero, sterco del demonio, devia dai veri ideali, corrompe e putrefà gli animi.
Ricordo le prime pubblicità della Moplen, lo facevano per Carosello e mostrava le incredibili qualità della plastica (dai secchi ai contenitori per alimenti), fino ad allora tutto era di latta o di rame, esistevano ancora gli stagnini e una pentola bucata 



veniva riparata dalle solerti mani dell’artigiano. Ogni cosa che si rompeva si poteva riparare perché era destinata a durare nel tempo, ora ciò che si rompe si getta e si compra nuovo. Maggior spesa (nostra) e maggior guadagno (delle aziende). Ciò che si getta aumenta il volume di rifiuti ed incrementa l’inquinamento. E’ una spirale viziosa che porta ad abominii ed aberrazioni mostruose come il Pacific Trash Vortex, un’isola di rifiuti (soprattutto plastica) che galleggia nell’Oceano Pacifico la cui estensione è di circa 10 milioni di chilometri quadrati il cui peso sarebbe di 3 milioni di tonnellate di sola 
plastica e 100 milioni di tonnellate di detriti vari.

Qualche decennio fa un buon padre lavorava per mantenere un livello dignitoso di vita il proprio nucleo famigliare (monoreddito) di cui si sentiva responsabile, ora lavorano tutti per mantenere un livello alto di cose superflue a scapito della famiglia stessa.

Il virus/uomo fagocita con bulimica ingordigia il prodotto del proprio vivere quotidiano e lo espelle in un processo entropico degno di un buco nero, in un circolo di creazione e distruzione simile ad un cosmico Ouroboros. E la Terra, di una pazienza esplosiva, inizia a dare segni di intolleranza e di rigetto verso questo elemento esogeno che, all’inizio rispettoso, ha acquistato sempre più protervia nei suoi confronti. E’ cronaca di questi giorni il Vertice di Parigi “Cop 21”, dopo il fallimento del Protocollo di Kyoto è considerata l’ultima chance per non arrivare ad una irreversibilità dei fenomeni di surriscaldamento globale.
Secondo lo staff di scienziati che studiano il fenomeno “Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, supereremo la soglia oltre la quale il riscaldamento globale diventerà catastrofico e irreversibile. È stato calcolato che questa soglia corrisponde a un aumento della temperatura di due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, ma dai trend delle emissioni attuali siamo avviati verso un aumento di circa cinque gradi centigradi. Benché possa non sembrare molto -  la differenza di temperatura tra oggi e l'ultima era glaciale è proprio di cinque gradi centigradi -, sbalzi di temperatura apparentemente insignificanti possono avere per la Terra un'importanza enorme”. (Fonte Repubblica) ed inoltre “In Europa le regioni mediterranee saranno quelle maggiormente vulnerabili. Aumenteranno le differenze di clima tra nord e sud e al sud ci sarà meno disponibilità di acqua dolce con estati più lunghe. La maggioranza dei ghiacciai scomparirà, aumenterà il livello dei fiumi e il rischio di inondazioni. In Italia il mare ingoierà le zone costiere formate da lagune e dalle foci dei fiumi. A Sud e a Est diminuirà la produttività mentre al nord ci saranno temperature miti favorevoli alle colture agricole” (Fonte Legambiente). Ma il vero problema risiede come sempre nella mente malata di indifferenza del virus/uomo che, disinteressato alle conseguenze del proprio operato distruttivo, continua  ad agire come se potesse vivere all’infinito e sparge il liquame dei suoi meccanismi karmici deviati.
Limitato dalla sua irresponsabile ignoranza ed abulia, l’Homo Qualunquensis (L’uomo/virus) continua a creare una degenerazione karmica che lo porta ad una deriva irreparabile e ad allontanarsi dalla Terra che lo ospita. Contrariamente al rispetto dei nativi americani (per esempio) che esprimono tutta la loro devozione verso il nostro mondo. Queste parole sono di Orso in piedi, Sciamano Sioux. “Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali come quella del nativo su questo continente: come un fastidio. Non c'è alcun termine nella nostra lingua con il significato di fastidio”.
E su queste parole invito tutti a considerare il nostro karma come un karma collettivo che unisce coscienze, consapevolezze ed azioni, e che questo debba necessariamente essere in sintonia con il karma della  Terra che ci ospita, coscienti che questo nostro agire consapevole, integrato a questo pianeta, è responsabile per le conservazione delle sue caratteristiche generali  e degli elementi che lo costituiscono, per uno sviluppo armonico ed un indispensabile simbiosi tra l’Uomo e la Natura.






martedì 22 dicembre 2015

Introduzione alla Karmanautica - il libro

Sono lieto di annunciarvi che entro pochissimi mesi sarà pronto il mio libro "Introduzione alla Karmanautica" con la prefazione e l'introduzione del Prof. Antonio Di Bartolomeo che si unirà concettualmente al suo libro "Introduzione al Pensiero plurale" edito da Este edition.


sabato 12 dicembre 2015

Il Termine Karmanautica E' REGISTRATO! ATTENZIONE AI PLAGI

Ancora una volta devo difendere la paternità del termine da me coniato, conosciuto, ed utilizzato correntemente anche nei concetti di Pensiero Plurale del Prof. Antonio Di Bartolomeo che ne ha utilizzato i concetti anche nella stesura del suo libro "Introduzione al Pensiero plurale", compendio del mio libro di futura edizione "Introduzione alla Karmanautica". Tutti i contenuti sia grafici sia concettuali sono prerogativa dell'Officina di Karmanautica e Pensiero plurale. GRAZIE


giovedì 10 dicembre 2015

Karmanautica e non attaccamento

Accidenti, si è rotto!!! Una serie di imprecazioni di intensità e gravità crescente turbano la quiete di quella amena giornata di sole, Mario Rossi era l’essere umano più felice della Terra. Aveva ottenuto un giorno libero dal lavoro, un lavoro estenuante, faticoso, in un ambiente insalubre e pericoloso, l’aveva ottenuto con fatica da un datore di lavoro sgarbato, faticando a trovare il coraggio di chiedere quella giornata di ferie. La moglie che vedeva ad ore programmate del giorno e che ormai era parte della sua vita più abitudinaria era dalla parrucchiera. Strano… a pensare che da fidanzati sembravano la coppia più affiatata del mondo non si sarebbe mai immaginato che il lavoro e la vita avrebbe minato quel sentimento, lo avrebbe eroso dall’interno a furia di turni, irritabilità, insoddisfazione, insofferenza… il tutto per potersi permettere una vita apparente, di facciata.
Ferie al mare, appartamento indipendente con piccolo cortile affacciato al retro di un palazzone, settimana bianca, ciabattando indolenti d’estate fino all’ombrellone e sci ai piedi d’inverno, tra discorsi degni di vip e ciarle da salotto buono. Sempre accanto a persone apparentemente più abbienti (o con debiti più alti da pagare), sempre a controllare con il tintometro la qualità del verde del suo vicino. Il signor Rossi Mario… con il suo impiego da operaio e la moglie commessa in un grande super/iper magazzino, il cuore e la mente a Dubai “dove li si che ci sono i soldi”. E adesso si è rotto!!! Il televisore, il grande amico che sussurra nel buio della sala da pranzo, tra un Beautiful e una partita di serie a, il grande consigliere che dice sempre la verità, si è rotto. Non parla più e non mostra più le immagini che tanto lo divertono. Già ne sente la mancanza e si chiede come farà ora a comprarne uno nuovo, doveva ancora finire di pagarlo ed una ridda di pensieri su garanzie, assistenze, e scontrini da cercare nel caus del cassetto portatutto gli affollano la mente ormai piena fino all’orlo di ansia. Probabilmente la moglie lo incolperà di qualcosa, magari ha toccato la spina, o può essere l’antenna… una sapiente incompetenza che da sempre i suoi frutti maligni. Sarà ancora il pretesto per mortificarlo, lui che non ha mai chiesto un aumento come Luigi, il marito di Carla (lui si che è un uomo con le palle). Ora lo spazio vuoto dove prima c’era lo scatolo delle meraviglie appare come l’alveolo di un dente mancante, o ancora di più, un’orbita vuota di un teschio. Desolante come un campo di calcio a fine partita.
La mediocrità scende come un sudario su Mario Rossi che si sente sfumare come la dissolvenza di un “the end” di un film in bianco e nero… Quello stesso giorno Piergiorgio Galassi, si sente soddisfatto. Ha finito di scrivere il suo secondo libro, ha una vita piena zeppa di interessi e le sue passioni sono la scrittura e la pittura. Colleziona libri e li divora con la stessa frenesia che prova quando ne compra di nuovi. Non si chiede come farà a far spazio nella sua casetta ad altri volumi e con il tempo sarà costretto a impilare più file nella libreria. La sua compagna di vita lo guarda con indulgenza mista ad affetto, lo vede come un genio un po’ pazzo e gli perdona le sue piccole mancanze.
Smeagol diventa Gollum, schiavo dell’Anello del Potere nella saga del “Signore degli Anelli”


Diversi gradi di sofferenza, dalla più intensa a quella più raffinata e sottile, comunque presente in entrambe le vite, apparentemente diverse, dei due protagonisti presi in considerazione.
Entrambi hanno qualcosa che, una volta perso, potrebbe portare dolore e sofferenza.
Il segreto consiste nel non attaccamento, che le catene siano di ferro o d’oro rimangono catene, e attaccarsi alle cose è sempre un vincolo che vi obbliga a temere la loro perdita, lo dimostra il più ordinario Mario Rossi, ma anche il nostro Piergiorgio Galassi, sebbene in modo meno manifesto.
Attaccamento e sofferenza sono una equazione certa e turbano la tranquillità dell’uomo. Una pipa che si rompe irreparabilmente, una macchina da demolire, un’autoradio rubata, un libro perso, ad esempio, creano sempre una sensazione di perdita proporzionalmente alle iterazioni karmiche create attorno all’oggetto perso. Esiste una serie di legami karmici che si creano tra l’oggetto fisico proporzionale al desiderio che si prova verso esso ed  agiscono come un’impronta nella nostra anima creando una controparte virtuale. Questa sorta di “simbolo” ( συμβολον [súmbolon] (segno) che a sua volta deriva dal tema del verbo symballo dalle radici σμ- (sym-, "insieme") e βολ [bolḗ] ("getto"), avente il significato approssimativo di "mettere insieme" due parti distinte. Fonte Wiki) crea idealmente una situazione di “vuoto”/”pieno” tra la realtà osservata ed osservatore, tra l’oggetto appartenuto ed il possessore. Dalla cosmologia alla Geologia, dalla Paleontologia all' Antropologia, risalendo dall'osservazione astronomica (ex astrologica) e/o astrofisica a quella ontologica, confortata dai dati in possesso della ricerca microbiologica, ci sono serie conferme sulla attendibilità di un processo che ha portato allo sviluppo di un fenomeno apparentemente unico: a partire dalla apparente comparsa della vita biologica sulla superficie della Terra, c' è stata una lunghissima evoluzione, durata miliardi e miliardi di anni, che ha portato l' Universo Organico, l' OSSERVATO, un sistema interamente vivente ed intelligente, ad assumere lo stesso corpo del suo stesso OSSERVATORE.
Il Drago Smaug dello “Hobbit” protegge il suo tesoro di cui è schiavo


[...] Con una persistenza che sfiora l’alienazione, un programma intelligente, inserito dalla cultura dominante, scientifica e biologica, nel cervello umano da millenni, come fosse un microchip, in modo che il pensiero degli individui ne risultasse polarizzato per via genetica e culturale, ha prodotto il dualismo tra l’OSSERVATORE e l’OSSERVATO (Fonte Scienzaeconoscenza.it). Si tratta di un dualismo che induce al desiderio e da ciò all’attaccamentio. Il voler superare il dualismo tra desiderio e possesso implica sofferenza; e citando una frase attribuita a Gautama Buddha: “dall’attaccamento sorge il dolore, dal dolore sorge la paura; per colui che è totalmente libero, non c’è attaccamento, non c’è dolore, non c’è paura”. 
Ad ogni modo, potrei affermare che non si può essere “totalmente liberi”, né mi convince l’idea che senza attaccamento “non c’è dolore”; una certa percentuale di dolore è presente anche in chi non è attaccato alle cose (anche se questa in breve tempo si diluisce nel vivere quotidiano e anche gli ancoraggi karmici legati alle cose appartenute si dissolvono lasciando spazio alla libertà, consapevoli che ogni cosa possiede una durata sia karmica sia “meccanica”).