Articolo comparso sul sito ilsovranista.it a cura di Jacopo Cioni
In queste (necessariamente brevi) lezioni, cercherò di
spiegare concetti e nozioni che affondano le loro radici nelle maggiori
religioni e filosofie rendendoli scevri da connotazioni e (quando possibile)
terminologie riconducibili ad esse. La mia ricerca volge proprio a confermare, alla luce delle
recenti scoperte scientifiche, quei concetti sopracitati e attraverso di essi
spiegare come percorrere una strada che porti a dare un significato alle nostre
azioni ed alla nostra intera esistenza.
Iniziando dalle basi è necessario comprendere come questa
realtà sia “falsata” dal rapporto tra osservatore/osservato e dalla
“illusorietà” della rappresentazione “realtà”.
Per fare questo partirò dalle nozioni fondamentali: Capire
che il mondo è diveniente, plurale e impermanente, seguiranno lezioni per poterne
gestire gli eventi karmici per vivere una vita consapevole in ogni situazione.
“Velo di Maya” è un’espressione coniata da Arthur
Schopenhauer e citata nel suo “Il mondo come volontà e rappresentazione”. La
sua filosofia sostiene che il mondo è sogno e che questo velo di natura metafisica e illusoria,
separa gli esseri individuali dalla conoscenza/percezione della realtà, rendendola limitata dai cinque
sensi impedisce loro di ottenere la liberazione spirituale tenendoli così
imprigionati nel saṃsāra ovverosia il continuo ciclo
delle morti e delle rinascite, il tema della reincarnazione dello spirito è
simile al viaggio dell’acqua quando da vapore acqueo si trasforma in pioggia
per poi ricadere a terra e ridivenire pioggia, ad una “pesantezza spirituale”
risponde una ricaduta nel Velo di Maya o Ragnatela karmica. Il percorso che si
propone la Karmanautica è proprio quello di “mantenere” il karma ad un livello
di densità tale da non ricadere nel ciclo delle morti e rinascite.
Maya
era anche la Dea dell’Illusorietà, si dice che dopo aver
creato la Terra, la ricoprì con un velo al fine di impedire agli uomini la
conoscenza della vera natura della realtà. “Maya è il velo dell’illusione,
che ottenebra le pupille dei mortali e fa loro vedere un mondo di cui non si
può dire né che esista né che non esista; il mondo, infatti, è simile al sogno,
allo scintillio della luce solare sulla sabbia che il viaggiatore scambia da
lontano per acqua, oppure a una corda buttata per terra ch’egli prende per un
serpente”.
Il
suo nome nasconde il gesto del “creare” Mā, che significa anche misurare
(quindi quantificare coscientemente) ma anche “forgiare” e “costruire”, e con
questo termine si indica anche il potere dinamico che crea il mondo materiale.
Sarebbe
molto complesso e dispendioso cercare in una sola lezione di spiegare quel’è il
“terreno di scontro” che ci vede protagonisti di questa vita materiale per cui
posso giusto “alzare un poco il velo” sperando che il resto lo possa fare
l’intuizione.
Citando il Tao Te Ching (Daodejing 道德經 - Libro della Via e della Virtù - è un testo cinese la cui composizione risale a un
periodo compreso tra il IV e il III
secolo a.C.) “Il Tao generò l'Uno, l'Uno generò il Due,
il Due generò il Tre, il Tre generò le diecimila creature. Le creature voltano
le spalle allo yin e volgono il volto allo yang, il ch'i infuso le rende
armoniose.”
Come potrete notare si parla di numero come da uno stadio dove l’energia
è potenziale (compressa come nel big bang) si esplica divenendo cinetica ed
inizia il suo percorso dinamico esprimendosi nel dualismo (dove si vede lo
switch energetico come passaggio dallo zero all’uno, base del sistema binario
il cui esempio più rappresentativo è manifestato nel linguaggio del computer).
Ma anche il Sepher Yetzirah (ebraico: ספר יצירה, Sēpher Yəṣîrâh - "Libro della formazione" o
"Libro della Creazione") è il titolo del più importante testo di
riferimento del misticismo ebraico) narra di come
Yahweh “Creò l’Universo con tre forme: la scrittura, il Numero e la Parola”. Ovviamente,
essendo l’ebraico un linguaggio alfanumerico, le cose si complicano di molto,
ma, attraverso lo studio dell’Otz Chiim (L’Albero della Vita) possiamo notare
quanti parallelismi esistano nella “discesa della luce nella materia” nozione
facilmente deducibile anche scientificamente infatti la possibilità di trasformare la luce in
materia venne teorizzata per la prima volta nel 1934 da Gregory Breit e John
Wheeler, sostenendo che poteva essere ottenuta attraverso lo scontro di due
fotoni (ovvero le particelle elementari della luce), ottenendo quindi un elettrone
e un positrone.
Addirittura attraverso i metodi
qabalistici definiti come “Ghematria”, “Notariqon” e “Temurah” possiamo
intravvedere come il nome di Jahweh (Il Tetragramma sacro IHVH nome considerato
di grande potere) venga utilizzato per creare (e distruggere) attraverso permutazioni
simili allo sviluppo del DNA.
Secondo gli insegnamenti biblici e cabalistici, il tessuto e
la costruzione del corpo fisico proviene dalle vibrazioni della
Tetragrammaton (I – Yod H – He V – Vau H – He che non confondiamo come statico
essendo in essenza dinamico).
Ebbene l’atto della “tessitura” di questi “VETTORI
VIBRAZIONALI” darebbero come risultato delle “matrici matematiche” che come
gruppi di tre lettere nelle loro combinazioni vengono a formare 64 caselle, il
numero dei codoni del DNA.
Purtroppo a prima vista mi sono reso conto della scarsa
“digeribilità” della prima lezione, spero saprete cogliere gli spunti necessari
per avviare il meccanismo dell’approfondimento personale attraverso letture
appropriate, che per correttezza andrò di seguito a citare.
Magia della Cabala - Mc Gregor
Mathers. Vol. I, II. Ed. Mediterranee
La Cabala Mistica - D.Fortune
Sepher Jetzirah, Il Libro della
Creazione, Le rorigini della Cabbalah fra magia e cosmogonia Ed. Il
Cannocchiale/Lucchetti
L’Alfabeto ebraico – G. Lahy Ed. Le Porte di Venexia
L’I Ching Ed. Oscar Mondadori
Una chiave per l’Yi King – E. Judica-Cordiglia Ubaldini
Editore
Tao Te Ching, Il Libro della Via e della Virtù A cura di
J.J.L. Duyvendak Ed Oscar Mondadori
DNA Il Codice della Vita – Ernest Borek Ed Universale
Scientifica Boringheri
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