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Chi la fa l'aspetti... |
A volte, nella vita, succedono situazioni che ti aggrediscono sotto mille forme diverse, e sono tutte tese a carpire la tua energia. Persone che creano situazioni svantaggiose, sfavorevoli, nocive. Consapevolmente o inconsapevolmente cercano di muovere i fili della vostra tela personale per potervisi aggrappare, godere delle vostre abilità e conoscenze per poterle sfruttare. Vittime di una cronica mediocrità, perennemente in conflitto con il prossimo, miserrime ed segretamente inaccettate e malviste anche dalle conoscenze più prossime. Questo è il quadro personale di certi involucri di cultura mal supportate da una intelligenza carente ed insufficiente a potersi integrare nella società, sciocche biblioteche ambulanti, pappagalli incapaci di mettere in pratica, cuochi dalle mille ricette memorizzate incapaci di cuocere persino un uovo.
Quale deve essere la risposta? Un katana che recida ogni filo che regge questi golem facendoli precipitare di nuove nell'inesistenza.
Una storia molto consona a come recidere ogni legame nocivo è data da questa storiella zen tratta da "101 Storie Zen" a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps.
Ah sì?
Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita.
Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta.
La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne poté più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin.
I genitori furibondi andarono dal maestro. «Ah sì?» disse lui come tutta risposta.
Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo.
Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce.
La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino.
Hakuin non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quel che disse fu: «Ah sì?».
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